Zappulla, medico "sanzionato" dalla Asl per troppi farmaci prescritti: "Fuga dalla professione e pazienti che rinunceranno a curarsi"

Zappulla, medico "sanzionato" dalla Asl per troppi farmaci prescritti: "Fuga dalla professione e pazienti che rinunceranno a curarsi"
di Federica Lupino
3 Minuti di Lettura
Domenica 31 Marzo 2024, 05:00

"Se continuerà così, ci sarà una fuga dei medici di medicina generale, le aree carenti diventeranno vacanti e i cittadini perderanno il diritto alla salute, ad avere assistenza dignitosa sul territorio. Molti hanno un potere di acquisto limitato e rischiano di non potersi pagare i farmaci, rinunciando così a curarsi”. Parla con la voce rotta dall’emozione la dottoressa Monica Zappulla. 42 anni, è medico di medicina generale all’interno dell’Unità di cure primarie di Vetralla. È tra i 16 professionisti del Viterbese, su un totale di 192 rimasti a coprire tutti gli ambulatori della provincia, che dovranno rimborsare la Asl per aver superato i limiti di spesa farmaceutica. A lei l’azienda sanitaria ha chiesto 524 euro, su una somma totale reclamata di circa 38mila euro.

Dottoressa, farà ricorso?

“Mi sono rivolta a un legale ma siamo in una fase preliminare. Ho chiesto l’accesso agli atti e inviato una diffida. Ho inviato delle controdeduzioni a cui la Asl non ha mai risposto. Se ci sono errori è doveroso correggerli. Ma prima devono spiegarmi dove sono gli errori”.

Come funziona il limite alla spesa di 125 euro per paziente?

“Se la questione è l’appropriatezza prescrittiva, ovvero sono stati commessi sbagli, è sacrosanto intervenire per migliorare: siamo tutti consapevoli che le risorse sono limitate. Ma i medici non possono essere valutati solo dal punto di vista economico e della spesa farmaceutica. Vanno invece valutati gli obiettivi di salute raggiunti, i trattamenti delle patologie sul territorio che evitano il ricorso al pronto soccorso o ai ricoveri in ospedale. Già so che la mia spesa pro-capite per il 2023 è al limite ma le terapie vanno impostate sulla base dei farmaci necessari, in scienza e coscienza, non con la calcolatrice alla mano”.

Si spieghi meglio.

“Prendiamo la Vitamina D: posso sostituire i flaconcini, che sono più costosi, con le capsule, equivalenti a livello di efficacia.

Sono la prima a dire che le modifiche, in un sistema di risorse limitate, vanno apportate ma solo se l’efficacia è equiparata”.

E quando non lo è?

“Molti dei miei pazienti sono anziani e soffrono di più patologie. Durante il trimestre invernale, parecchi hanno sviluppato polmoniti o bronchiti acute. Il trattamento necessario è la terapia antibiotica o cortisonica che hanno un costo. Ho trattato una 50ina di casi, ambulatorialmente o a domicilio per i pazienti allettati. Ho risolto la problematica evitando l’ospedalizzazione. Ma già so che questo ha provocato un incremento di spesa che mi porterà ad essere sanzionata anche il prossimo anno. Il paziente viene però prima di tutto. Questo è il nostro compito”.

Tra l’altro, evitando che finissero in ospedale, ha fatto anche risparmiare la sanità pubblica, o no?

“Quello che chiedo è che siamo valutati per gli obiettivi di salute raggiunti. Noi abbiamo fatto un giuramento: la salute del paziente viene prima di tutto. Dobbiamo visitare, fare diagnosi, impostare il trattamento ed evitare che la patologia evolva. Che non possa più agire in scienza e coscienza è inaccettabile. Anche perché molte famiglie sono in difficoltà: gli esami strumentali hanno tempi di attesa spesso lunghissimi; ora anche medicinali prima mutuabili che diventano a pagamento. La gente non capisce più e rischia di non potersi più curare”.

Sta pensando di mollare?

“Ho scelto consapevolmente di diventare un medico di medicina generale con passione e dedizione. Avevo alternative, tutti noi giovani ne avremmo tante altre. Non mi stupisce che non ci siano più medici di medicina generale. Lavorare così è inaccettabile. Mi batterò fino alla fine per i miei pazienti”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA