Rieti, visite ed esami: all’Asl calano i tempi di attesa

Un cup della Asl (foto d'Archivio)
di Andrea Bonanni
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Mercoledì 10 Aprile 2024, 00:10

RIETI - Le liste di attesa per effettuare esami diagnostici e visite specialistiche sono da sempre uno dei problemi più sentiti dalle persone che entrano in contatto con il Servizio sanitario nazionale e regionale. Un fenomeno costantemente presente ma fortemente acuitosi negli ultimi anni, in particolare dopo l’emergenza sanitaria legata alla pandemia, e che trova nelle inefficienze organizzative, nella carenza di personale, nella chiusura delle agende e anche nei problemi legati alla pratica dell’intramoenia le cause principali della sua inarrestabile ascesa.
La Asl di Rieti da alcuni anni sta provando a tamponare tali criticità mettendo in atto alcune azioni organizzative per rispondere agli obblighi per il rispetto delle liste di attesa. Ieri, con il recepimento del piano regionale per il governo delle liste di attesa, attraverso una razionalizzazione e miglioramento dell’offerta delle prestazioni e dei relativi tempi di attesa, oggi con un piano regionale che vede nella riforma del Recup, nel coinvolgimento dei privati accreditati e nel corretto utilizzo delle ricette dematerializzate alcune strategie per uscire dall’impasse. Se è vero che l’abbattimento totale dei tempi di attesa è ben lontano dall’essere risolto (troppi sono i casi di cittadini che si vedono prenotare prestazioni a distanza di mesi se non di anni) non si possono non registrare localmente segnali incoraggianti che mostrano come sia possibile incidere sul fenomeno riducendone l’estensione.

I dati. Secondo l’ultimo monitoraggio di “Salute Lazio” sui tempi di attesa relativo all’ultimo trimestre la Asl di Rieti su 11.259 prestazioni monitorate, raggiunge un indice Tda, vale a dire il rapporto tra il numero delle prenotazioni evase nei tempi prestabiliti rispetto al numero totale delle prenotazioni, del 67,7% e più specificatamente, il 73,1% nelle visite (5.294 totali) e il 62,8% nella diagnostica (5.965). Il sistema monitora ogni settimana le percentuali di prestazioni ambulatoriali di primo accesso prenotate entro i tempi standard regionali e per ciascuna prestazione rileva i tempi di attesa comunicati al cittadino all’atto della prenotazione. Secondo il rilevamento di “Salute Lazio” nei territori del Lazio, la Asl di Rieti fa meglio di Viterbo (indice Tda 51,3%) e della Asl di Frosinone (64%), anche nell’area romana supera la Asl Roma 2 (60,3%), la Asl Roma 3 (63,9%), la Asl Roma 4 (55,1%), la Asl Roma 5 (64,5%) e la Asl Roma 6 (60,7%).

Fanno meglio solo la Asl di Latina (70,6%) e la Asl Roma 1 (70,5%).

Le criticità. Nella Asl di Rieti, tra le prestazioni specialistiche che faticano a rientrare nei tempi stabiliti nel periodo monitorato troviamo la visita gastroenterologica, la risonanza magnetica muscoloscheletrica senza contrasto, la risonanza magnetica della colonna senza contrasto, l’esofagogastroduodenoscopia con e senza contrasto, l’ecografia dell’addome inferiore, l’ecografia del capo e del collo, l’ecocolordoppler dei tronchi sovraaortici (tutti sotto la soglia del 50% rispetto allo standard in tutto il periodo preso in esame dal sistema). Rispettano invece i tempi per almeno il 90% del totale delle prenotazioni in tutto il periodo preso in esame dal sistema, la visita endocrinologica, la tac addome inferiore con mezzo di contrasto, la polipectomia endoscopica intestino crasso, la mammografia monolaterale. Tutte le altre prestazioni, delle 39 totali prese in esame dal sistema, indicano uno standard compreso tra il 50 e l’89%.

Il sindacato. Sull’annoso problema delle liste di attesa è tornato a farsi sentire lo Spi Cgil con presidi per informare i cittadini davanti alle Aziende sanitarie e le Prefetture, anche a Rieti. «Con l’iniziativa abbiamo spiegato ai cittadini che se la Asl non garantisce il rispetto dei tempi massimi previsti per erogare la prestazione sanitaria, il decreto legislativo 124 del 1998 prevede che la stessa indichi al cittadino le strutture pubbliche o private accreditate (convenzionate) che assicurano il rispetto della tempistica - puntualizza Francesco Fabretti segretario della funzione pubblica della Cgil Rieti Roma est Valle dell’Aniene - nel caso nessuna struttura pubblica o accreditata sia in grado di erogare la prestazione, l’Asl deve autorizzare la prestazione in regime di intramoenia. In questo caso il cittadino non deve sostenere alcun onere economico aggiuntivo, se non l’eventuale ticket (nel caso non ne sia esente). Si tratta di un’opzione prevista dalla legge ma non resa nota dal Servizio sanitario regionale. Le liste di attesa spesso sono troppo lunghe e non è possibile attendere – prosegue Fabretti – e se è vero che nel reatino la situazione è meno grave che su altri territori ci sono ancora troppi casi di persone, molte delle quali fragili, che si ritrovano ad affrontare lunghe ed estenuanti attese. Per questo è necessario ampliare i percorsi in sicurezza, come avviene ad esempio per i pazienti oncologici, implementare il personale attraverso nuove assunzioni e potenziare le tecnologie troppo spesso insufficienti ed obsolete».

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