Polizia locale e protezione civile, convivenza difficile al comando: scontro tra sindacati e politica

Polizia locale e protezione civile, convivenza difficile al comando: scontro tra sindacati e politica
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Domenica 13 Settembre 2020, 06:40
«Il gruppo di protezione civile comunale è di fatto dimissionario e inattivo da giugno». Lo scrivono Marco Aluisi (Uil-Fpl) e Marcello Guadagno (Fenal Confsal) in una durissima lettera inviata al sindaco Giovanni Arena, all’assessore Claudio Ubertini, al comandante della polizia locale Mauro Vinciotti e al segretario generale del Comune, Annalisa Puopolo. Una missiva dove peraltro tornano a porre il problema dell’intrusione della politica al comando.

Tutto nasce da un’interrogazione di Lina Delle Monache: una unità della polizia locale è addetta alla protezione civile con tanto di indennità. Ma sulla campagna antincendio la funzione sarebbe stata demandata per il periodo estivo. La sede della protezione civile è proprio al comando, una convivenza che pare difficile. Secondo il consigliere delegato, Antonio Scardozzi, «chi monta al centralino si è rifiutato di prendere la segnalazione di montaggio e smontaggio della campagna. Adesso abbiamo risolto con una chat». Delle Monache ha citato anche una lettera dei sindacati al prefetto in cui si parla di «grave conflitto di interessi di un consigliere al comando perché ha parenti che vi lavorano». Si tratta proprio di Scardozzi e il figlio.

Ieri Aluisi e Guadagno sono tornati sul tema. «Il consigliere delegato alla protezione civile – scrivono - non solo non diceva il vero, ma interferiva in funzioni non proprie di un organo politico». Ritengono poi inaccettabile «che per un servizio non attivo si utilizzi una unità della polizia locale, a volte due, già da tempo in carenza di organico». Servizio non attivo proprio perché il gruppo comunale sarebbe dimissionario.

«Tanto rumore per nulla»: questa la versione del comandante Vinciotti. «L’indennità è trascurabile: 300 euro lordi l’anno. Posso immaginare ci siano questioni personali di cui qualcuno si è fatto portavoce. Nessuno però ha demandato, è fuffa: sono io che ho organizzato il lavoro, prima in un modo, poi usando la tecnologia».

E sul conflitto di interessi? «Al segretario generale- dice il comandandte - ho riferito che non ci sono profili rilevanti dal punto di vista dell’anticorruzione, non ho mai ricevuto pressioni politiche. Sull’opportunità che un consigliere con un figlio nel settore sia delegato a un ufficio specifico di quel settore, spetta al sindaco valutare, io non ci metto bocca».
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