Civita Castellana, chiusura della cava il prefetto al Comune: «C'è una decisione?»

L'area della cava di Lucciano
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Sabato 7 Agosto 2021, 11:27 - Ultimo aggiornamento: 15:46

La Prefettura ha piazzato i riflettori sulla cava di Lucciano, nella frazione di Borghetto a Civita Castellana. Il vice prefetto Fabio Geraci (nelle veci del titolare dell'ufficio, Giovanni Bruno) dal capoluogo, ha invitato il sindaco Luca Giampieri a fornire notizie in merito, dopo che al Palazzo del governo è pervenuta una missiva dello studio legale Ranieri - che rappresenta la società Fattoria Lucciano e l'azienda Agricola Falisco - in cui si chiede la messa in mora del sito. In pratica, la chiusura definitiva dopo che l'attività estrattiva è ferma da anni.

La pratica sul destino della cava giace infatti nel municipio civitonico da tempo, ferma in un cassetto.Dalla prefettura richiedono dunque informazioni su come intendete muoversi l'amministrazione comunale su questa faccenda, dopo che anche la proprietà ha annunciato di voler riaprire la cava per iniziare i lavori di ripristino, accogliendo terra e detriti provenienti dai lavori per il raddoppio della ferrovia Roma-Civita-Viterbo: si tratterebbe di oltre un milione di metri cubi di materiale.

Argomento che ha tenuto acceso lo scontro a livello politico, nel palazzo comunale di Civita.

Il sindaco Giampieri ha ribadito, anche di recente, che l'eventuale decisione sulla chiusura o meno della cava avverrà soltanto con un atto dirigenziale (si stanno studiando i documenti) e non politico. Perché il centrodestra al governo della città «è contrario a ogni soluzione che porti alla riapertura del sito».

Affermazione di cui dubita la minoranza, che non ha perso l'occasione per mettere il dito nella piaga. «Sono mesi che chiediamo al sindaco ha detto il capogruppo Pd in consiglio, Simone Brunelli - di affrontare la questione, ma lui dribbla l'argomento insieme alla maggioranza. Non si è convocata la terza commissione che si occupa di questi argomenti, si è bocciata una mozione in consiglio comunale il 30 luglio. L'intervento del vice-Prefetto dimostra tutta l'urgenza di una soluzione definitiva. È ora che l'amministrazione agisca a tutela dell'interesse del territorio»

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