Civita Castellana, sul ripristino della cava di Lucciano la proprietà pronta a sfidare il Comune

Civita Castellana, sul ripristino della cava di Lucciano la proprietà pronta a sfidare il Comune
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Sabato 17 Luglio 2021, 07:10 - Ultimo aggiornamento: 15:00

La cava di Lucciano a Borghetto, frazione di Civita Castellana rischia di trasformarsi di nuovo in un vulcano. In vista infatti un nuovo braccio di ferro tra la proprietà e l’amministrazione comunale, dopo oltre due anni di pausa. La Prodipi, proprietaria del sito, ha annunciato che riaprirà a breve i cancelli per iniziarne il ripristino. Che, tradotto, vuol dire che accoglierà all’interno dell’invaso un milione e mezzo di metri cubi di terra. Molti dei quali arriveranno dai lavori di potenziamento della ferrovia Roma-Civita Castellana-Viterbo.

La decisione è stata presa dall’amministratore delegato Giovanni Santini, dopo aver sollecitato con una lettera al Comune la ricerca di una soluzione. «Il tempo delle attese è terminato – ha scritto Santini – e la nostra decisione di iniziare è stata comunicata anche al sindaco. Abbiamo versato la prima tranche degli importi dovuti, dopo esserci incontrati con lo stesso sindaco e i tecnici comunali – ha ricordato Santini - per definire le modalità di ripresa dell’attività. Non comprendiamo le ragioni del perdurare di un’ordinanza di sospensione, che si protrae dal 2015».

In buona sostanza la società che gestice la cava rivendica il rispetto «degli accordi assunti. Contestualmente alla revoca dell’ordinanza - ha ricordato Santini - seguirà il saldo delle spettanze comunali e da parte nostra sarà cessata la materia del contendere, ora al Tar.

Ribadisco: parliamo di un ripristino che è un obbligo di legge e non di una discarica, come qualcuno vuol fare intendere».

Negli uffici del palazzo comunale si stanno mettendo a punto nuove strategie, mentre il sindaco Luca Giampieri ripete che non ci sono le condizioni per riprendere l’attività in quel sito. «Non esiste nessuna transazione – ha detto il primo cittadino – e su Lucciano gravano due giudizi pendenti per i quali stiamo aspettando il pronunciamento. In questo caso non c’è nulla di politico, l’iter è tutto tecnico, giuridico e amministrativo. Da parte della mia amministrazione non c’è nessuna volontà di firmare eventuali accordi transattivi, gli stessi non sono stati autorizzati nè da noi e nè dalla passata amministrazione, per essere chiari anche con la minoranza».

Sulla vicenda è forte l’attenzione degli agricoltori della zona, produttori “bio” che pretendono che l’ex cava di sabbia e ghiaia rimanga chiusa in maniera definitiva, con tanto di diffida a pronunciarsi presentata all’amministrazione comunale.

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