Bracciante muore mentre raccoglie cocomeri in campagna, indagano i carabinieri

Braccianti
di Maria Letizia Riganelli
3 Minuti di Lettura
Martedì 25 Luglio 2023, 05:20 - Ultimo aggiornamento: 26 Luglio, 20:11

Muore mentre raccoglie cocomeri in campagna. Tragedia sul litorale viterbese dove un bracciante agricolo è deceduto dopo essersi sentito male mentre era al lavoro in un campo a Montalto di Castro. È successo giovedì 20 luglio nel pomeriggio nelle campagne del litorale. Nasser Al Masoudi, cinquantenne tunisino, come ogni giorno era al lavoro tra i campi.

Raccoglieva cocomeri sotto il sole infuocato quando si è accasciato a terra. I colleghi operai con cui condivideva giornate infinite di lavoro lo hanno subito soccorso, portandogli acqua e mettendolo al riparo del sole. Ma le condizioni sono apparse subito molto gravi. Trasportato d’urgenza al pronto soccorso di Tarquinia Nasser Al Masoudi è morto dopo poche ore, nonostante i sanitari abbiano fatto di tutto per salvargli la vita. La notizia del suo decesso è arrivata solo il giorno successivo quando alcuni amici della vittima lo hanno postato sui social e reso noto. La morte del cinquantenne ha allertato i carabinieri della stazione di Montalto di Castro e della compagnia di Tuscania che dopo un primo sopralluogo nella campagna dove lavorava il tunisino hanno avviato un’indagine per stabilire le cause della morte.

Diversi i punti da chiarire. I militari vogliono stabilire se l'uomo sia stato stroncato da un malore dipeso dal caldo di questi giorni o da precarie condizioni di salute. Sarà, con tutta probabilità, l’autopsia a stabilire se l’uomo è morto a causa di condizioni di lavoro disagiate o per colpa del caldo intenso di questi giorni.

Su quell’ultimo punto anche i sindacati, sopratutto l’Unione dei sindacati di base, ha già chiesto interventi mirati per salvaguardare le condizioni di salute di tutti i lavoratori esposti a rischi per il caldo intenso. 

Al vaglio degli inquirenti non ci sarebbe solo la causa della morte del bracciante tunisino. La Procura di Civitavecchia, che coordina le indagini affidate ai carabinieri della compagnia di Tuscania, avrebbe deciso di “esplorare” anche sulle condizioni di lavoro del bracciante e se quest’ultimo fosse in regola con i permessi e se avesse un regolare contratto di lavoro. Aspetti, legati anche all’azienda che aveva reclutato la vittima, su cui si concentreranno gli inquirenti nelle prossime ore, andando a cercare documentazione utile e ascoltando i colleghi con cui Nasser Al Masoudi condivideva il lavoro nei campi. Guadagni, ore di lavoro giornaliere e sopratutto i contratti. Spesso contratti stagionali a uomini e donne stranieri che accettano di lavorare nei campi anche quando le condizioni sono molto difficili. L’istruttoria potrebbe essere lunga e potrebbe coinvolgere anche altre aziende che in questo momento sono al lavoro nelle campagne del litorale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA