Allarme morti bianche: 5 nei primi sette mesi dell'anno. La Cisl: "Riunire subito l'osservatorio sulla sicurezza"

Allarme morti bianche: 5 nei primi sette mesi dell'anno. La Cisl: "Riunire subito l'osservatorio sulla sicurezza"
di Federica Lupino
3 Minuti di Lettura
Domenica 17 Settembre 2023, 05:20

Gli ultimi due sono decessi avvenuti in agricoltura durante i giorni di caldo record. Quando i braccianti continuavano a lavorare sotto il sole cocente, in condizioni disumane. Per entrambi, uno a Montalto di Casto e l’altro a Canino, sono in corso accertamenti e indagini per definire le cause della morte. Un altro è il ristoratore di Montefiascone rimasto schiacciato dal solaio che è crollato durante i lavori al terrapieno. Un quarto è un lavoratore deceduto tre anni fa ma denunciato solo nelle scorse settimane. Il quinto un uomo che avrebbe avuto un malore mentre lavorava (per lui, l’ipotesi più accreditata è quella del decesso per cause naturali). Fatto sta che nella Tuscia stanno aumentando le morti cosiddette bianche. E nel conteggio, coi dati Inail fermi al 31 luglio, non compare l’operaio che una settimana fa è stato travolto fatalmente dal muro di un cantiere in cui stava prestando la sua opera a Corchiano. “Un bollettino di guerra che richiama tutte le istituzioni, le forze sociali e datoriali a una presa di coscienza e conseguente assunzione di responsabilità. È evidente che qualcosa nelle politiche messe in campo non sta funzionando. Va subito riunito l’osservatorio per la sicurezza”, commenta Fortunato Mannino, segretario della Cisl.

Il quadro è questo: nella Tuscia, nei primi sette mesi dell’anno, calano gli infortuni ma aumentano gli incidenti mortali. È un giano bifronte quello che emerge dall’ultimo report dell’istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Dallo studio emerge che le denunce a luglio del 2023 sono state 125, mentre lo stesso mese di un anno prima erano 167. Durante i primi sette mesi dell’anno, invece, il totale del 2023 è di 1.069, mentre nello stesso lasso di tempo del 2022 era di 1.716. Un trend in linea con quanto avvenuto nel resto del Lazio: da gennaio a luglio del 2023 Frosinone registra 1.223 denunce di infortuni contro le 1.884 del primi sette mesi del 2022; Latina rispettivamente 2.217 contro 3.502; Rieti 690 e 913; Roma 18.526 versus 26.747.

E poi c’è il capitolo dei decessi: a Viterbo nel mese di luglio sono due i lavoratori morti nell’espletamento delle proprie mansioni; erano zero a luglio del 2022. Così come nessuno aveva perso la vita tra gennaio e luglio del 2022, mentre la conta del periodo 2023 è, come detto, salita a cinque. Nelle altre province del Lazio, invece, il numero è rimasto invariato (Roma con 33), è calato (Frosinone da 9 a 5), latina (da 10 a 9) e solo a Rieti è salito da zero a uno.

“La situazione è preoccupante. Nonostante i controlli e le tante norme di sicurezza – afferma Mannino – è evidente che va fatto di più e meglio. Di sicuro, nel Viterbese mancano almeno 10 ispettori del lavoro. Ma da sola la repressione non basta. Vanno ricalibrate le misure messe in campo allo scopo di ridurre gli infortuni e garantire l’incolumità dei lavoratori. Siamo di fronte a una battaglia di civiltà che coinvolge tutti: dalle scuola all’università, dai sindacati alle imprese passando per le istituzioni di ogni livello e gli organi controllori”. La ricetta della Cisl? “Innanzitutto, il sistema dei sub appalti andrebbe frenato, non favorito. Poi, la cultura della sicurezza come investimento e non come costo va diffusa a partire dagli studenti. E visto il report Inail – conclude – credo che sia urgente una riunione dell’osservatorio sulla sicurezza, organismo promosso dallo Spresal, il Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro della Asl, in cui sono presenti tutti gli attori del territorio. Solo insieme è possibile invertire la china”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA