Vaticano, dopo 250 il Baldacchino di Bernini a San Pietro viene restaurato in vista del Giubileo

il baldacchino di Bernini
di Franca Giansoldati
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Giovedì 11 Gennaio 2024, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 18:06

La polvere secolare che si è depositata sul Baldacchino in bronzo dorato della basilica di San Pietro in Vaticano verrà finalmente tolta. Dopo 250 anni dall'ultimo restauro il capolavoro dei Bernini verrà rimesso a nuovo in vista del Giubileo. Si tratta di un risanamento di grande impegno e valore simbolico perché il baldacchino, che si erge solenne al di sopra dell’altare maggiore, segna con la sua magnificenza il luogo della Tomba dell’Apostolo Pietro al quale la Basilica Vaticana è dedicata. Si tratta di una iniziativa costosa (attorno ai 700 mila euro) che è resa possibile grazie alla generosità dei Cavalieri di Colombo e soprattutto impegnativa da un punto di vista organizzativo e logistico, considerando che l'opera berniniana è mastodontica, alta quanto un palazzo di dieci piani. Solo gli angeli misurano più di 4 metri anche se le prospettive all'interno di San Pietro sembrano falsate, come se fossero ridotte. Una illusione ottica. Per dare una idea dell'imponente lavoro basti pensare che il Bandacchino è alto 28 metri, pesa 63 tonnellate, le quattro colonne hanno una altezza di 11 metri e pesano 10 tonnellate l'una, i puttini sono alti 2 metri così come la grande croce che sovrasta tutto. «Sarà una impresa titanica» sintetizza il cardinale Gambetti.

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«Il lavoro che il Santo Padre Francesco ha autorizzato – ha spiegato il cardinale Mauro Gambetti - si concluderà a dicembre di quest'anno, poco prima dell’apertura della Porta Santa.

Desidero far notare che questo necessario intervento viene intrapreso – per la prima volta in maniera sistematica e completa - 250 anni dopo gli importanti restauri settecenteschi ed esattamente 400 anni dopo l’inizio dei lavori per il Baldacchino».  I lavori che inizieranno il 12 febbraio non ridurranno nè limiteranno le celebrazioni papali a San Pietro, tutto è stato studiato per non intralciare nè le attività liturgiche, nè i flussi turistici che arrivano ormai ad essere 50 mila presenze al giorno.

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Fu Urbano VIII, nell’estate del 1624, ad affidare la Soprintendenza dell’opera al ventiseienne Gianlorenzo Bernini, architetto e scultore di sua fiducia che tuttavia in quest’impresa non fu solo: venne infatti coadiuvato da Francesco Borromini e da una nutrita schiera di valenti scultori, fonditori, falegnami e maestranze specializzate. 

Il pool di tecnici e ingegneri che guideranno i lavori sotto la direzione dei Musei Vaticani hanno spiegato stamattina, nel corso di una lunga conferenza stampa, i motivi che sono alla base di questo grosso impegno. Con i secoli sulla struttura bronzea, su quella lignea e marmorea si sono sovrapposti diversi strati di polvere, sporcizia e pulviscolo aereo fino a rendere scuro e opaco il bronzo. In altri settori del monumento le radiografie effettuate hanno evidenziato distacchi, micro spaccature, problemi di assemblaggio e fissaggio. Persino gli sbalzi atmosferici e il flusso delle persone che sono transitate in 250 anni hanno contribuito per una piccola parte a danneggiare la superficie del Baldacchino. 

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