Montecassino, documento vaticano a 80 anni dal bombardamento: il monastero si poteva salvare

Montecassino, documento vaticano a 80 anni dal bombardamento: il monastero si poteva salvare
di Franca Giansoldati
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Martedì 13 Febbraio 2024, 18:32

Un documento ritrovato negli archivi vaticani relativo al periodo del pontificato di Pio XII ha aiutato a ricostruire il bombardamento disastroso effettuato dalle forze alleate di Montecassino. Con ogni probabilità se il Vaticano fosse intervenuto con maggiore determinazione si sarebbe evitato il peggio.

Come si sa inglesi e americani pensavano vi fossero nascosti dentro i soldati tedeschi e che lo usassero come posto di osservazione militare. Il 15 febbraio 1944, 80 anni fa, circa 250 dei circa 1.000 civili che erano fuggiti dalla città di Cassino e dai villaggi vicini per trovarvi riparo, morirono sotto le macerie e furono uccisi dalle forze alleate. L'incidente fu uno degli episodi più dibattuti della guerra ed è rimasto tale fino a che Nando Tasciotti, un ex giornalista in pensione de Il Messaggero che ha dedicato la vita a studiare i fatti di Montecassino, ha individuato negli archivi vaticani una carta eloquente: di fatto confermava il ruolo di Adolf Hitler nella catena di eventi che ha portarono all'attacco alleato e, al tempo stesso, l'ammissione della Santa Sede che i bombardamenti avrebbero potuto essere evitati se il Vaticano avesse esercitato il suo peso per far rispettare la zona neutrale del monastero.

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«Il documento conferma il peso decisivo che le decisioni ciniche di Hitler hanno avuto su quel tragico evento», ha detto Tasciotti al Guardian, che ha dedicato a questo ritrovamento un lungo articolo.

Il monastero benedettino che sorge a 521 metri sopra la valle del Liri era una vera roccaforte, in una posizione strategica.

Le truppe tedesche lo avevano reso inaccessibile e agli alleati che erano sbarcati a Salerno a settembre e avanzavano verso Roma. 

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Sia i tedeschi che gli alleati avevano assicurato al Vaticano che il monastero fondato da San Benedetto non sarebbe stato attaccato o utilizzato per scopi militari. I tedeschi però si stabilirono all'esterno, in un raggio di 300 metri dal monastero, sfruttando la posizione e rendendo vulnerabile la zona. Fu l'inizio di una catena di equivoci che portarono alla distruzione del sito monastico, tanto che il generale statunitense Mark Clark, comandante operativo alleato che guiava l'avanzata su Roma, la definì un "tragico errore".



In una nota scritta a mano di quattro pagine trovata negli archivi vaticani e firmata da un officiale del servizio diplomatico della Santa Sede si rifletteva che il monastero in quelle circostanze avrebbe potuto essere salvato se il Vaticano avesse intrapreso un'azione più ferma contro l'abbandono della zona neutrale da parte dei tedeschi e facendo pressione su entrambi.

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«Si ha l'impressione che dopo i primi 10 giorni di gennaio 1944, cioè durante il periodo più critico, il segretariato di stato non si sia interessato alla questione» si legge nel documento «il 12 gennaio un monaco, padre Leccisotti, informò il segretariato che le autorità tedesche avevano abolito la zona neutrale o di protezione: questa era una questione molto seria, che avrebbe dovuto presagire la catastrofe. Ma non è stato fatto nulla e non è stato detto nulla al riguardo. Coloro che ora stanno studiando la questione con calma sono inclini a credere che il monastero avrebbe potuto forse essere salvato se il principio della zona neutrale fosse stato accettato e rispettato da entrambi i belligeranti. Con un'azione energica, la Santa Sede avrebbe potuto forse ottenerlo» viene annotato nel documento. 

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Gran parte dei civili che avevano trovato rifugio pensando di essere nel luogo più sicuro del modo si erano ammassati in una tromba delle scale dietro la grande porta d'ingresso del monastero. Morirono in 300. La minuscola piazza di fronte alla porta, incisa con la parola Pax segna il luogo del massacro.  Il giorno prima del bombardamento, gli alleati avevano lasciato cadere migliaia di volantini sul monastero esortando la gente ad andarsene. «Ma come potevano, senza una tregua concordata tra i tedeschi e gli alleati?"».

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