Il Sinodo vota la Lettera al Popolo di Dio, niente riferimenti all'Ucraina e a Israele

Il Sinodo vota la Lettera al Popolo di Dio, niente riferimenti all'Ucraina e a Israele
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 25 Ottobre 2023, 18:50

Praticamente è come la montagna che partorisce un piccolo topolino. Nel testo sinodale rivolto al Popolo di Dio - quindi ai fedeli di tutto il mondo - ogni passaggio resta generico, indistinto, avvolto da una sorta di opaca melassa, e così niente viene specificato. Nemmeno la grande questione della pace con le guerre di aggressione in corso, a cominciare da quella Ucraina. 

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Per quasi trenta giorni in Vaticano dal mattino alla sera si sono tenute sessioni di lavoro per scambi, valutazioni e dibattiti a porte chiuse sui temi più disparati che andavano dalla rappresentatività nella Chiesa, al rinnovamento delle sue strutture, dal sistema di includere le persone più lontane, all'immigrazione e alla povertà, fino a questioni più particolari benché attualissime come l'infinito terreno della pace.

Oppure, ancora, i richiesti cambiamenti del Catechismo nella parte sull'omosessualità, seguiti dal tema del gender, con la tanto richiesta benedizione delle coppie gay (soprattutto dalla Germania), il celibato e il sacerdozio femminile. 

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L'assemblea del super sinodo oggi pomeriggio ha approvato una lettera per i fedeli di tutto il mondo in cui si dà conto della «bella e ricca esperienza appena vissuta» e di come «utilizzando il metodo della conversazione nello Spirito» si sono favoriti scambi reciproci tra la tradizione latina e le tradizioni dell'Oriente cristiano. Che la Chiesa ascolta tutti. 

Tutto però è rimasto volutamente generico. Non si parla nemmeno delle guerre, nè di quella in Ucraina e tanto meno dell'ultima in Terra Santa o della crisi in Nagorno Karabach. In un passaggio si legge soltanto questo cenno: «Abbiamo pregato per le vittime della violenza omicida, senza dimenticare tutti coloro che la miseria e la corruzione hanno gettato sulle strade pericolose della migrazione». 

I padri sinodali si augurano «che i mesi che  separano dalla seconda sessione, nell’ottobre 2024, permettano a ognuno di partecipare concretamente al dinamismo della comunione missionaria indicata dalla parola sinodo. Non si tratta di un'ideologia ma di un'esperienza radicata nella Tradizione Apostolica. (…) Per progredire nel suo discernimento, la Chiesa ha assolutamente bisogno di ascoltare tutti, a cominciare dai più poveri».  Sabato dovrebbe essere votato e diffuso il documento che servirà per la parte finale del Sinodo del 2024. Dal pianeta Marte, a voi la linea. 

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