Clima, processo a due ambientalisti in Vaticano: si erano incollati al Laocoonte per protestare contro la distruzione del pianeta

Clima, processo a due ambientalisti in Vaticano: si erano incollati al Laooconte per protestare contro la distruzione del pianeta
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 24 Maggio 2023, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 09:56

Città del Vaticano - La salsa di pomodoro sulle opere di Gauguin e Picasso, i blocchi umani sul Raccordo anulare fermando il traffico per ore, la vernice nera nella Fontana di Trevi e persino le mani incollate al blocco di marmo della celeberrima statua del Laocoonte esposta ai Musei Vaticani per protestare contro le emissioni di CO2 nell'atmosfera e la distruzione dell'ecosistema terrestre. Oggi in Vaticano due ambientalisti italiani sono alla seconda udienza del processo per essersi incollati con dell'Attack al preziosissimo blocco marmoreo "Laocoonte e i suoi figli" la scorsa estate. Un gesto eclatante, filmato e diffuso nel mondo. L'ennesimo blitz di matrice green. Inevitabile il dibattito che si è aperto:  si tratta di mero vandalismo, oppure di una legittima protesta non violenta giustificata da una prospettiva catastrofica per l'umanità?

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Ester Goffi, studentessa di storia dell'arte di 25 anni, e Guido Viero, operatore sanitario di 61 anni, hanno spiegato ai magistrati vaticani che volevano solo esortare i leader mondiali ad agire contro il cambiamento climatico, mentre un'altra loro amica li filmava con il cellulare.

La statua non è stata troppo danneggiata anche se la ripulitura del marmo per via della colla sintetica permeata non è stata una impresa facilissima. Per tutti l'accusa è di vandalismo.

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Gli attivisti appartengono al movimento "Last Generation" responsabile di diversi atti ai danni di importanti di siti artistici e storici in Italia, con l'obiettivo di attirare l'attenzione sul pericolo del cambiamento climatico. Il dibattito che nel frattempo si è aperto è se anche il loro è un atto di puro vandalismo, oppure se la protesta non violenta trova giustificazioni morali davanti ad una prospettiva tanto catastrofica per la terra. Sarà interessante vedere come si orienterà la sentenza vaticana per questi due imputati, considerando che Papa Francesco ha dato alle stampe nel 2015 la Laudato Si, una enciclica sociale di matrice green e dal respiro ampio e profetico in cui si appella soprattutto ai giovani per proteggere il pianeta.

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La scorsa settimana in Germania un gesuita tedesco si è incollato le mani sull'asfalto per chiedere alla politica misure più pressanti contro il climate change, naturalmente bloccando il traffico. Il suo motto è: agisci, inizia, resisti. Padre Joerg Alt, 61 anni, si ispira alla Laudato Si, anche se è finito a processo. Il giudice tedesco lo ha multato simbolicamente con 10 euro sottolineando che la sua azione pur avendo arrecato danno alla circolazione va inserita in una volontà positiva, tesa alla protezione del pianeta. Chissà quali saranno le decisioni del giudice vaticano. 

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Il processo terminerà iil 12 giugno con la sentenza.  Rispondendo alle domande del presidente Giuseppe Pignatone e in parte della promotrice di giustizia Catia Summaria, uno degli imputati, Viero ha voluto ricordare il lutto per le 14 vittime annegate nel fango in Romagna. La peggiore alluvione mai avvenuta in Italia. «Questo dovrebbe porci dei dubbi. Durante la nostra manifestazione mi chiesi se mi vergognassi di quanto stavo facendo. Ho 62 anni, una figlia, e mi sento responsabile di richiamare l'attenzione su quanto accade. Lo Stato italiano non sta proteggendo allo stesso modo i cittadini- ha detto - Ho pensato di fare qualcosa per il futuro di tutti» e, di conseguena, la scelta del Laocoonte è stata una conseguenza.

«Laocoonte - ha aggiunto - cercò di avvertire i concittadini su quello che sarebbe loro capitato». La scelta del Vaticano, invece, è stato anche «per avere un risalto mediatico: vogliamo veramente far capire la situazione, con l'urgenza che merita».

Sia Viero che Ester Goffi, considerando il tipo di collante utilizzato, sono convinti di non avere causato nessun danneggiamento permanente al complesso scultoreo, tra l'altro essendosi incollati al basamento, che è molto più recente, non più antico del 1800. Ester Goffi ha aggiunto che gli addetti che posero fine al blitz la hanno staccata con delicatezza facendo uso di acetone. «La maggior parte della colla è rimasta attaccata alla mia mano».  L'ordinamento vaticano prevede per il reato contestato ai tre eco-attivisti la reclusione da un mese a tre anni e una multa fino a 3.099 euro

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