Laura Samani: «Ustories, progetto
ben fatto che darà opportunità vere».
Si chiudono oggi le candidature per
la residenza artistica con premio

Laura Samani: «Ustories, progetto ben fatto che darà opportunità vere». Si chiudono oggi le candidature per la residenza artistica con premio
di Michele Bellucci
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Martedì 1 Marzo 2022, 10:31

PERUGIA - Oggi si chiuderanno ufficialmente le richieste d’accesso al progetto Ustories, iniziativa volta a stimolare le produzioni cinematografiche di giovani artisti che mette in palio 15.000 Euro per realizzare un cortometraggio in Umbria. Era fissata al 1 marzo infatti la scadenza per candidarsi alla residenza cinematografica riservata agli under 35 che si terrà ad aprile a Todi, con una Giuria di esperti presieduta dal celebre autore Stefano Rulli pronta a decretare il progetto vincente. Promosso dalla giovane casa di produzione perugina Dromo Studio con il supporto della Regione Umbria, Ustories è realizzato in collaborazione con Umbria Film Commission, Centro Nazionale del Cortometraggio, Officine Mattòli, Premio Rodolfo Sonego, Lago Film Festival, PerSo Perugia Social Film Festival, Cinema Postmodernissimo, Atmo, Orvieto Cinema Fest e Associazione Culturale Argo.

Il prossimo mese di aprile cinque coppie di professionisti, composti da persone di età inferiore ai 35 anni che potranno essere un regista e uno sceneggiatore e/o un autore con un produttore, parteciperanno alla residenza di una settimana che gli permetterà di sviluppare il progetto. Al termine della residenza la Giuria di Ustories assegnerà l’ambito premio di produzione di 15.000 euro alla migliore sceneggiatura per la realizzazione, nei successivi 5 mesi, di un cortometraggio nel luogo della residenza (che verrà annunciata nei prossimi mesi) e in altre location della regione. La produzione sarà seguita da un team di esperti e vedrà la partecipazione di maestranze e professionisti umbri. Il cortometraggio verrà poi presentato durante l’edizione 2022 del Todi Festival e supportato nella distribuzione in festival nazionali e internazionali.

Un’opportunità di formazione unica, che permetterà di costituire una “comunità creativa temporanea” che incontrerà pubblico e addetti ai lavori, grazie a masterclass, proiezioni e tavole rotonde su cinema, territorio e cultura. A corollario verranno assegnati altri premi per incentivare il lavoro di giovani artisti, come il premio del pubblico e altre menzioni speciali. Nella giuria di Ustories c'è anche la giovane film-maker triestina Laura Samani, che ha debuttato con il lungometraggio “Piccolo Corpo” e sta ottenendo grandi riscontri.

Laura Samani, come mai si è scelto di far partecipare coppie professionali e non singoli?

Non ho scritto io il Bando ma da ambasciatrice posso dire che è una delle caratteristiche peculiari del progetto. Trovo molto sensato voler coinvolgere sin da subito delle squadre, perché il cinema è una forma d’arte comunitaria. Inoltre questo laboratorio prevede una modalità “decentrata” rispetto a ciò che è inteso come industria, perché in effetti quasi tutto accade a Roma. Anche io ho questo approccio, non certo per antagonismo ma perché l’Italia è grande ed è importante che ci sia radicamento del cinema su tutto il territorio.

Nel progetto è coinvolta la giovanissima Umbria Film Commission…

Sì, sono molto contenta che sia nata anche qui una simile realtà.

Non ho mai girato in Umbria ma quando vuoi lavorare sul territorio trovo sia fondamentale che esista un’ente del genere. Non tanto per le risorse, ma per il bacino di figure professionali e maestranze che può mettere in connessione. L’aspetto umano non posso giudicarlo, non conosco chi ne fa parte e come lavorerà, ma diventare punto di riferimento in un luogo decentrato, come prima dicevo, è fondamentale. Confrontarsi è importante e lo dico a ragione, perché quella della mia regione è una delle più antiche Film Commission.

Aver collegato Ustories con il Todi Festival e con il mondo della distribuzione è un ulteriore valore aggiunto?

Dico solo che quando sono venuta a conoscenza di questa iniziativa, più che da giurata ho pensato che avrei voluto partecipare al bando! Voler accompagnare il progetto vincitore fino alla fase di circuitazione festivaliera è importantissimo: nel percorso viene considerata tutta la filiera e questo è un aspetto chiave. Da studenti si facevano i piani di investimento e tutto il resto, ma la voce che alla fine restava quasi sempre a zero erano i fondi per le partecipazioni ai festival o anche solo risorse per realizzare una locandina. Sono piccole cose ma che fanno davvero la differenza. Nel cinema spesso ci si arrangia, siamo tutti pronti a farlo, ma stiamo parlando di lavoro e non dover mettere soldi di tasca propria è una cosa molto intelligente. Del resto un film non è finito finché non viene portato al pubblico.

A proposito, il tuo film “Piccolo corpo” dopo gli applausi a Cannes e al Torino Film Festival è finalmente nelle sale. Che riscontri stanno arrivando?

Direi che stanno arrivando bellissimi riscontri! Sono contenta per tutta la squadra, sia per chi l’ha seguito magari all’inizio e poi è uscito o chi magari è entrato nel team in una seconda fase, si tratta di centinaia di persone. È stato un lavoro che mi ha coinvolta per 5 anni e adesso vedere che c’è questa restituzione da parte di chi lo vede mi fa sentire meno sola. Del resto questo è anche il motivo per cui voglio fare i film. Mi piace parlare degli argomenti che mi ossessionano. Sono contenta che ci siano dei cinema amici e combattivi che scelgono film che non sono mainstream, come il PostModernissimo di Perugia dove continuano a proiettare Piccolo corpo. L’Umbria mi sta dando grandi soddisfazioni, ad esempio il film sabato 12 marzo verrà proiettato al Festival di Spello, essendo tra gli 11 film italiani selezionati per questa edizione.

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