Treofan, Uiltec Umbria: «Cento lavoratori rischiano grosso, ma due mesi dopo gli impegni sul polo chimico tutto tace»

Treofan, Uiltec Umbria: «Cento lavoratori rischiano grosso, ma due mesi dopo gli impegni sul polo chimico tutto tace»
di Lor. Pul.
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Venerdì 4 Novembre 2022, 10:50

«Basta silenzi e rimpalli di responsabilità, è necessario agire». Suona la carica Doriana Gramaccioni, segretario generale della Uiltec dell'Umbria che ricorda alla Regione gli accordi presi durante la riunione dello scorso 4 agosto. «E' tempo di trovare soluzioni efficaci - dice - aumenti di energia e gas che fanno paura stanno mettendo in ginocchio molte aziende del territorio, costrette a ricorrere alla cassa integrazione. Stesso problema per le famiglie: in Umbria sono 200 mila quelle in 'povertà energetica'. Noi siamo pronti a metterci intorno ad un tavolo e cercare insieme interventi urgenti e concreti per le aziende del territorio».

Doriana Gramaccioni ricorda gli accordi presi nella riunione del 4 agosto quando si era parlato del futuro del polo chimico: «Come Uiltec Umbria abbiamo partecipato ad una riunione, fortemente richiesta e voluta da noi organizzazioni sindacali, con l'assessore allo Sviluppo economico della Regione Umbria, il sindaco di Terni, il presidente e il direttore generale di Confindustria Umbria insieme alle altre sigle sindacali per affrontare la situazione drammatica di Treofan Terni e del percorso di sviluppo del polo chimico ternano. La riunione si era conclusa con la decisione unanime di mantenere un tavolo permanente di confronto per supportare tale percorso.

Ora più che mai è necessario portare avanti questo tavolo di regia per monitorare la situazione del polo chimico ternano già provato dalla chiusura della Treofan, dall'aumento del costo dei materiali e negli ultimi tempi piegato dal peso non più sostenibile del costo dell'energia».

Inoltre, il segretario generale della Uiltec Umbria ci tiene a precisare che a inizio settembre si era tenuto un incontro con il Ministero per la situazione della Treofan in cui si era parlato di una settimana di tempo per avere delle risposte, ma sono trascorsi due mesi e tutto tace. «Un silenzio quello che si registra sulla Treofan – spiega la Gramaccioni – che spaventa ed anche tanto. La fine della Cassa integrazione è, infatti, vicina: febbraio 2023 è alle porte e ci sono circa 100 lavoratori e le loro famiglie che rischiano grosso. Tutti tacciono: dal Ministero alla Regione, alle istituzioni locali. È un silenzio gravissimo quello a cui stiamo assistendo. Il tempo trascorre inesorabile e sui lavoratori e le loro famiglie pende una spada di Damocle: dopo di quella data ci sarà solo la disoccupazione».

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