Terni, a processo osteopata "abusivo" ma i pazienti lo fanno assolvere

Terni, a processo osteopata "abusivo" ma i pazienti lo fanno assolvere
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 21 Settembre 2022, 00:00 - Ultimo aggiornamento: 00:07

TERNI - Finito a processo con la pesante accusa di esercizio abusivo della professione di osteopata e di quella medica è stato assolto con formula piena dal tribunale di Terni.

Protagonista di un processo lunghissimo, partito sei anni fa da un esposto del sindacato dei fisioterapisti, è un quarantenne di Amelia laureato in scienze motorie e specializzato in osteopatia, titolare di una palestra, che prestava la sua attività anche in diversi poliambulatori a Orvieto e Spoleto.

Dopo l’esposto partì l’indagine dei carabinieri del Nas di Perugia, che ampliò le accuse nei confronti del quarantenne amerino ipotizzando anche l’abuso della professione medica.

Per gli investigatori, che sequestrarono una gran mole di documenti, quelle schede alimentari di alcuni pazienti che potevano configurarsi come prescrizioni di diete. Un’attività che è di esclusiva competenza del medico dietologo.

In aula negli anni sono sfilati una trentina di testimoni citati dall’accusa all’epoca sostenuta dal pm, Tullio Cicoria. Si tratta di persone che, come pazienti, hanno avuto contatti con l’osteopata. «Non ha mai dato prescrizioni sanitarie o farmaci» hanno detto di fronte al giudice.  In qualche caso è emerso che non si è tratto giovamento dai trattamenti svolti e solo una paziente aveva deciso di costituirsi parte civile chiedendo un risarcimento danni in caso di condanna.

E invece il processo si è chiuso con l’assoluzione piena dell’osteopata, assistito dall’avvocato, Attilio Biancifiori.

E si è concluso con una sentenza che è destinata a fare scuola in una materia delicata e non ancora regolamentata.

«La figura dell’osteopata - ha sostenuto Biancifiori in aula - non ha ancora avuto una collocazione all’interno di un ordine o di un albo di abilitazione anche se nel 2018 la legge Lorenzin aveva introdotto questa figura. Questo decreto legislativo ha rimandato per la regolamentazione delle prestazioni che rientrano in questa attività a una normativa da parte del ministero della sanità che, in coordinamento con le regioni, doveva promulgare un atto normativo che individuasse gli elementi caratterizzanti della professione».  Il ministero della pubblica istruzione e quello della sanità  dovevano allestire corsi universitari ad hoc ma a distanza di quattro anni non è stato fatto nulla.

Sulla vicenda in questi anni si sono pronunciati sia la Corte Costituzionale che alcuni Tar ribadendo che, in mancanza di un ordine degli osteopati, la professione non riconosciuta e non regolamentata, è liberamente esercitabile dimostrando la professionalità dell'operatore.

«Il tribunale è entrato in una problematica di cui da anni si discute a livello nazionale anche in ambito amministrativo oltre che penale - dice Biancifiori. L’osteopatia è un pò una nebulosa in fase di regolamentazione e di difficile inquadramento giuridico. Quello che conta è che questa persona sia uscita a testa alta da un’accusa che per un professionista era particolarmente umiliante».

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