Terni, Morì con la moto sul raccordo: Condannato l'automobilista coinvolto nel tamponamento

Terni, Morì con la moto sul raccordo: Condannato l'automobilista coinvolto nel tamponamento
di Nicoletta Gigli
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Mercoledì 29 Settembre 2021, 23:09

TERNI -  Sei mesi di reclusione, pena sospesa, e otto mesi di sospensione della patente.

E' la condanna inflitta ad un 70enne ternano per la morte del centrauto ternano, Fabrizio Tanchi, 53 anni.

Per ottenere giustizia, i familiari della vittima si sono affidati a Giesse risarcimento danni, gruppo con sedi in tutta Italia, specializzato nella gestione di incidenti stradali con esiti mortali, che li ha supportati anche durante le delicate fasi del processo penale.

Erano circa le sei di mattina del 23 ottobre 2019, quando un sessantaquattrenne ternano, stava percorrendo il raccordo a bordo della sua Alfa Romeo. Viaggiava ad una velocità molto ridotta, tanto da essere tamponato dalla Daihatsu Terios guidata dal 70enne ora condannato, che si era accorto troppo tardi della presenza dell’auto davanti a lui.

Mentre l’Alfa Romeo, dopo l’urto, riusciva a spostarsi sul margine destro della carreggiata, la Terios, a causa dei danni riportati nell’impatto, rimaneva bloccata poche decine di metri più avanti sulla corsia di sorpasso, in un tratto stradale non illuminato e trafficato.

Pochi istanti dopo, proprio mentre il 70enne cercava di posizionare il triangolo di segnalazione giungeva Fabrizio Tanchi in sella della sua Suzuki 650, che tamponava violentemente la Daihatsu ferma in mezzo alla corsia e volava cinquanta metri in avanti, finendo a terra esanime vicino al new jersey. La moto stessa a terra veniva centrata da un’altra macchina.

Immediati ma vani i soccorsi al centauro, deceduto sul colpo.

Secondo quanto riportato nella consulenza tecnica redatta dall’ingegner Maurizio Tarchi, perito incaricato dal pm, Barbara Mazzullo, se il 70enne “fosse stato attento e pronto ad intervenire, avrebbe potuto azionare i dispositivi di frenatura per tempo e arrestare l’autovettura prima dell’impatto” e ancora “non manteneva una distanza di sicurezza rispetto al veicolo che lo precedeva tale da garantire in ogni caso l’arresto tempestivo e da evitare la collisione”.

“Alla base delle troppe morti sulle nostre strade ci sono spesso la disattenzione e il mancato rispetto della distanza di sicurezza in condizioni di scarsa visibilità – dice Paolo Ciceroni della sede Giesse di Roma. Basta una distrazione per innescare un effetto a catena che può mettere in pericolo molte persone. Oggi giustizia è stata fatta, una piccola soddisfazione, anche se la perdita di una persona cara non è mai sufficientemente ricompensata. Speriamo almeno che questo risultato possa risvegliare l’attenzione e la coscienza di chi troppo spesso si mette alla guida con troppa leggerezza”.

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