Così Il Messaggero del 27 settembre
anticipava l'inchiesta della Finanza

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Martedì 8 Ottobre 2013, 13:14 - Ultimo aggiornamento: 13:15
TERNI - L’Atc 3 finisce nelmirino della Corte dei Conti. La magistratura contabile contesta all’Ambito territoriale di caccia del Ternano- Orvietanoun presunto danno erariale di 500mila euro. Le indagini, avviate nel 2008 e portata avanti dalla guardia di finanza di Terni, si sono concluse in questi giorni. Sono 47, tra consiglieri attualmente in carica ed ex, imembri dell’Atc 3 che hanno ricevuto o stanno ricevendo gli inviti a dedurre per le spese sostenute dal 2008 al 2012. Costi del personale, il ruolo di Agrifauna e i rimborsi chilometri. Questi i principali capi di accusa che la Corte dei Conti muove all’Atc 3. «Riteniamo di aver agito nel giusto e lo dimostreremo », è il commento di Giovanni Eroli, presidente dell’Atc 3 al suo terzo mandato.



PERSONALE

La Corte dei Conti contesta le assunzioni di quattro persone fatte dall’Atc 3 in questi ani. Personale impegnato per lo più inmansioni di ufficio che secondo l’accusa non poteva essere pagato con i soldi dell’Atc 3. «Le assunzioni - spiega Eroli - sono avvenute nell’ambito del regolamento previsto ». Ad essere contestato anche il rapporto di lavoro con due tecnici di cui un esperto faunistico.



AGRIFAUNA

A finire sotto la lente anche il rapporto commerciale che si è instaurato tra Atc3 e Agrifauna, soggetto che opera nel mondo della caccia e racchiude le associazioni venatorie. La Corte dei Conti contesta le spese sostenute per i rimborsi che l’Atc3 avrebbe versato ad Agrifauna (composta da 400 volontari) per la cura delle 24 zone di ripopolamento e cattura sparse tra Terni e Orvieto. «Per la magistratura contabile - si difende Eroli - Agrifauna non sarebbe un’associazione, ma un ente commerciale. Dimostreremoche non è così».



RIMBORSI

Spese di ufficio, rimborsi chilometri e l’acquisto di un condizionatore.
Soldi spesi negli ultimi quattro anni che secondo la Corte dei Conti non potevano essere sostenute dall’Atc3. «Personalmente - ammette Eroli - mi contestano i rimborsi per la benzina, poi ci sono le spese di ufficio tra cui i regali di Natale alle segretarie, una ricarica da 35 euro utilizzata per telefonate di servizio e l’acquisto di un condizionatore. Abbiamo sempre collaborato durante le indagini e riteniamo di aver agito nel giusto». Ma la Corte dei Conti è di un altro parere.