Aveva quasi festeggiato quando ha messo mano alla pratica del Superbonus 110%: settantamila euro per rifare gli infissi, mettere i pannelli fotovoltaici, il solare, la caldaia nuova di gran marca e anche la pompa di calore. Senza tirar fuori un centesimo perché la ditta che faceva i lavori si era accollata tutto. Invece, quando l’inverno ha bussato alle porte, il sorriso è diventato un incubo. La storia la racconta a Il Messaggero un professionista perugino, Roberto S. una casa nella zona di Ponte Felcino con vista sulla strada che porta verso Gubbio.
Roberto racconta: «Mi sembrava un sogno. Adesso, invece, quello che doveva essere la svolta è un incubo. Non funziona il fotovoltaico, non funziona la caldaia e non posso attivare la pompa di calore. Giusto per darvi un’idea di quello che stiamo passando nel salone, il giorno di Natale, avevamo tredici gradi».
Un bel po’ sotto i 19 gradi massimo indicati per tenere sotto controllo le spese di riscaldamento e gestire al meglio le eventuali impennate del caro energia, gas in testa. In quella famiglia vivono 4 persone padre, madre e due ragazzi di 14 e 17 anni. «Vi dico che mia figlia, la più piccola della famiglia-racconta ancora il professionista che sfida il gelo- la notte prima di andare a dormire scalda il letto con l’asciugacapelli. Non ho il coraggio di leggere la prossima bolletta dell’energia elettrica visto che la stufetta con cui ci scaldiamo in quanto a consumi non è che sia proprio sia risparmiosa».
Incubo Superbonus, un Natale al gelo per i lavori fatti male. Odissea di una famiglia perugina: «Ci salva una stufetta, nel salone abbiamo soltanto tredici gradi»

di Luca Benedetti
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Mercoledì 28 Dicembre 2022, 08:33
- Ultimo aggiornamento: 16:19
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