Sepsi, incremento dei ricoveri in Umbria: pronto soccorsi in allerta. «Mortalità fino al 30%»

Sepsi, incremento dei ricoveri in Umbria: pronto soccorsi in allerta. «Mortalità fino al 30%»
di U.G.
4 Minuti di Lettura
Lunedì 29 Gennaio 2024, 15:50 - Ultimo aggiornamento: 30 Gennaio, 17:35

Solo in Umbria si è verificato un progressivo incremento dei ricoveri per sepsi da 2.040 nel 2014 a 3.003 nel 2017 con una mortalità superiore al 30% che ha messo in apprensione i pronto soccorso dei due ospedali umbri. Lo scorso anno l'emergenza dell'ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia ha registrato 70.141 accessi (al netto dei pediatrici e ginecologici) mentre nel 2022 sono stati 59.931; in quello di Terni sono stati 48.871 contro i 41.024 dell'anno precedente.

Bimbo di tre mesi positivo alla cocaina, ricoverato in gravi condizioni a Salerno. Ha la meningite

La gran mole di accessi con i 21 medici effettivi in servizio in quello perugino e 16 in quello ternano. Questi i numeri da record (emersi nel corso di un convegno a Terni) impongono ai professionisti sempre di più un'oculata gestione e preparazione anche sulle infezioni in generale, come ad esempio la sepsi e lo shock settico.

Questa è diventata una delle maggiori sfide che devono affrontare i dipartimenti di emergenza si tratta di veri e propri scenari clinici che coinvolgono tutta l’equipe di pronto soccorso già a partire dalla fase di triage.

Le conseguenze

La sepsi è la grave complicanza di un'infezione, che danneggia tessuti e organi compromettendone il funzionamento e che può portare a shock, insufficienza multiorgano e morte, soprattutto se non riconosciuta e non trattata prontamente. Nel mondo si registrano 47-50 milioni di casi di sepsi, responsabile di almeno 11 milioni di decessi l'anno; inoltre, tra i sopravvissuti, fino al 50% soffrono di sindrome post-sepsi, caratterizzata da sequele fisiche e psico-cognitive persistenti nel tempo e a lento recupero.

L'aumento della mortalità

In Italia, il numero di certificati di morte che hanno riportato sepsi come diagnosi è aumentato da 18.939 nel 2003 a 49.010 nel 2015 (dal 3 all'8% di tutti i decessi in Italia registrati in questi anni). La sepsi rappresenta, quindi, non solo una sfida clinica, ma anche un importante problema di salute pubblica. «E' importante parlare delle infezioni in pronto soccorso – ha dichiarato Giorgio Parisi - perché è un tema che nel corso degli anni è diventato sempre più emergente. Le infezioni molto spesso sono correlate a patologie tempo dipendenti, come ad esempio la sepsi o lo shock settico, ma ci sono altre situazioni che oggi, come mai rispetto al passato- conclude il primario-  devono essere inquadrate nella fase iniziale per cui il pronto soccorso sta diventando sempre più luogo di inquadramento dove si assiste ad un trattamento di queste patologie infettive».

Le cure

Per il suo collega di Perugia Paolo Groff  «un percorso diagnostico e terapeutico coerente deve poter garantire una rapidità di diagnosi e soprattutto una rapidità di trattamento. Le evidenze ci dicono, infatti, che prima agiamo e meglio agiamo sul paziente con sospetta sepsi e migliore saranno i risultati ottenuti dal trattamento e la sua sopravvivenza. Per questo motivo è importante garantire il flusso del paziente attraverso le strutture del pronto soccorso a partire dal triage per consentire al paziente di arrivare quanto prima al prelievo per l'analisi microbiologica e alla conseguente terapia antibiotica, che dovrà tenere conto dei fattori di rischio del paziente».

Ragazzo muore di meningite fulminante a 27 anni: era stato ricoverato con febbre molto alta. La tragedia a Grosseto

Il convegno aveva vari obiettivi tra cui quelli di identificare la tipologia di paziente a rischio di sepsi, condividere e mettere a confronto i principali percorsi diagnostico terapeutici allo scopo di razionalizzare ed ottimizzare la terapia antibiotica empirica, almeno nelle prime fasi di trattamento, fornire al personale sanitario i principali aggiornamenti in tema di diagnostica di laboratorio, coinvolgere il personale di diverse specializzazioni ed il personale che opera nei servizi di emergenza, fornire le conoscenze necessarie per giungere ad una diagnosi tempestiva e le azioni essenziali e basilari da intraprendere almeno nelle fasi iniziali del processo di trattamento, promuovere ed efficientare la rete dell’emergenza tra i vari Pronto Soccorso dell’Umbria.

© RIPRODUZIONE RISERVATA