PrometeOrvieto fotografa l'Ospedale di Orvieto. Il presidente Fratini: «Ecco tutto quello che non funziona»

Raccolta di segnalazioni sui disservizi e lancio di una petizione. PrometeOrvieto monitora la situazione orvietana

PrometeOrvieto fotografa l'Ospedale di Orvieto. Il presidente Fratini: «Ecco tutto quello che non funziona»
di Monica Riccio
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Sabato 11 Febbraio 2023, 10:56

«Non può essere questa la Sanità che vogliamo». E' questa la conclusione del rapporto stilato dalla associazione PrometeOrvieto, un dettagliato report che fotografa la «drammatica situazione» della Sanità orvietana, ospedale cittadino in testa.

«Il quadro che affiora – spiega il presidente della associazione, l'avvocato Florido Fratini - presenta una cronica mancanza di personale in quasi tutti i reparti e anche dove il personale è quello previsto, fare un esame o un intervento è un’impresa».

L'associazione PrometeOrvieto, nel mese di novembre ha lanciato un appello ai cittadini orvietani e ha raccolto decine e decine di segnalazioni su disservizi, incongruenze, attese, riscontrate nell'accesso alle prestazioni sanitarie. Ha poi realizzato una mappa, reparto per reparto, delle professionalità presenti al “Santa Maria della Stella” e di quante invece fossero le unità mancanti. Il tutto basandosi sulla conferma, arrivata più volte sia dall'assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, sia dai vertici Usl che l'ospedale di Orvieto è, e sarà, qualificato come Dipartimento di emergenza e accettazione, un Dea di primo livello.

«L'Ospedale di Orvieto – continua Fratini - dovrebbe avere la funzionalità dell’ospedale che ci ricordiamo, quella di qualche anno fa, almeno quella, seppure non del tutto soddisfacente. Di quando, senza troppe pretese, una visita specialistica era possibile, le analisi e i risultati si avevano in un paio di giorni, un’ernia o simili erano interventi di routine, non straordinari. Il Dea di primo livello non era e non è – affonda PrometeOrvieto - una gentile concessione al nostro territorio, ma è previsto per garantire l’omogeneità dei servizi, data la posizione geografica e il livello di comunicazione viaria dell’Orvietano, in ottemperanza alle linee guida pubblicate sulla Gazzetta ufficiale n°1/1998».

La mappa racconta di reparti sotto organico dal punto di vista dei medici presenti: «Mancano medici e infermieri e dove ci sono – afferma Fratini - il sistema non funziona ugualmente.

Riteniamo che tutto nasca da qui: le disfunzioni che numerosi cittadini segnalano, le liste d’attesa nelle visite specialistiche e nelle operazioni chirurgiche anche più consuete, addirittura le lunghe attese anche per le analisi». E riguardo alle posizioni dei vari sanitari aggiunge: «È sufficiente rilevare che l’incarico di direzione ospedaliera è ricoperto da un “medico a scavalco”, cioè diviso tra direzione del suo reparto e direzione dell’ospedale, per comprendere come la Regione non dia importanza all’organizzazione, che costituisce attività primaria di un Dea di primo livello e che è determinante per la qualità dell’offerta sanitaria.

Anche in chirurgia generale, dove tra medici strutturati e specializzandi l’organico dei medici risulta completo, è difficile pensare a un’ernia o qualcos’altro del genere senza mettersi in attesa per mesi, non si sa mai quanti. Drammatica, inoltre, la situazione di Ortopedia, dove i medici sono la metà di quelli previsti e dove mancano due infermieri e due operatori sanitari. manca l’Utic, l’unità di terapia intensiva cardiologica, che è un reparto ospedaliero specializzato nella gestione clinico-assistenziale del paziente affetto da sindrome coronarica acuta o patologie cardiologiche di particolare gravità che ne mettono direttamente in pericolo la vita. In un Dea di primo livello deve esserci e non c’è. In questa condizione di sofferenza è evidente che le visite specialistiche sono sopraffatte dalle esigenze dettate dall’urgenza».

PrometeOrvieto ha lanciato in questi giorni anche una petizione on line e cartacea chiedendo di sottoscrivere la richiesta di mantenere il Distretto Sanitario a Orvieto «importante presidio di controllo e gestione del territorio», e la creazione di un comitato di «controllo e partecipazione» che monitori l'andamento dei progetti dichiarati dalla Regione e dalla Usl e che offra collaborazione nella segnalazione di criticità al fine di risolverle.

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