Massimo Petrini:«Vi racconto un secolo di commercio a Cannara»

Massimo Petrini e a destra con Giuliana Porzi
di Giovanni Camirri
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Mercoledì 30 Agosto 2023, 09:34 - Ultimo aggiornamento: 18:51

«Quando 100 anni fa mio nonno Primo aprì questo negozio di tessuti erano tempi difficili per tutti. Tempi in cui si “segnava" e si riusciva a riscuotere un paio di volte l’anno. In qualche caso si veniva pagati con qualche “pollastro” o con un prosciutto». A raccontare una storia di impresa di famiglia è Massimo Petrini, titolare a Cannara del negozio di tessuti, attività che tra pochi giorni festeggerà i suoi primi 100 anni. Ad avviarla un secolo fa fu il nonno primo e il testimone passò poi al papà Agostino e oggi c'è Massimo.

IL PARTICOLARE

«Quando l’attività venne aperta - ricorda Massimo Petrini – trattava soltanto tessuti. Non c’erano “le confezioni” e ognuno, in tempi di particolari ristrettezze, si adattava anche nell’abbigliamento a modo suo. I soldi non c’erano, la gente “segnava” e quando andava bene si riusciva a riscuotere il denaro poche volte l’anno. Questa attività è stata sempre a conduzione e gestione familiare. Nell’arco di un secolo abbiamo avuto, al di fuori di noi della famiglia, soltanto due commesse tra cui la “storica” Giuliana Porzi”. Nonostante l’evoluzione - ricorda ancora – che il settore del commercio ha registrato negli ultimi anni, in particolare attraverso Internet, posso dire che continuiamo ad essere un baluardo della tradizione. Il fattore umano e la fidelizzazione del cliente fanno sempre la differenza.

Nei prossimi giorni festeggeremo i 100 anni della nostra attività, che opera nel settore dell’abbigliamento e della biancheria per la casa. E lo faremo il 23 settembre, alle 16, con un evento straordinario fatto di musica, buon cibo e – conclude - un brindisi augurale».

IL PUNTO

Realtà imprenditoriali come questa, segnata da una conduzione tutta familiare, sono un esempio di buone pratiche e costituiscono un elemento di particolare e radicata presenza all’interno di una comunità. Basti pensare che le pratiche del “segnare” e del conseguente “riscuotere quando possibile”, sono state il cardine, basato sulla fiducia, che ha portato alla sintesi tra l’attività di commercio e la necessità di chi aveva bisogno di un paio di pantaloni, di una gonna o di una camicia. E anche quel modo di rapportarsi, basato sulla parola data, ha reo possibile la progressione del vivere all’interno di una comunità. Il tutto attraverso una pratica diffusa che con l’evolversi del tempo è andata lentamente scemando ma che continua a raccontare ciò che in quegli anni si poteva fare e che oggi non si fa più. Ed anche chi segnava e poi saldava era chiamato a fare la sua parte per esaltare quella sintesi di fiducia reciproca ad andando ad onorare il debito da saldare. Un secolo di storia imprenditoriale che racconta come sono cambiate le abitudini e come si è evoluta la società.

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