Gubbio, il clima dei Ceri si fa sentire tra i protagonisti e una mostra che fa la storia

I santantoniari hanno completato le nomine con Davide Bianchi Capodieci del Cero Piccolo, mentre hanno allestito un'esposizione dei vessilli

Ceri, i Capodieci del prossimo 15 maggio: da sinistra Francesco Morelli di Sant'Ubaldo, Simone Martini di San Giorgio ed Enrico Provvedi di Sant'Antonio
di Massimo Boccucci
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Giovedì 11 Aprile 2024, 08:37

GUBBIO - Aria da Ceri. Sempre più forte, più del vento quando spinge perché la tradizione prende il sopravvento con gli appuntamenti di maggio che si avvicinando, a cominciare dalla discesa delle macchine di legno dalla basilica di Sant’Ubaldo sul monte Ingino al mattino del 5 maggio (prima domenica del mese) in città, nella sala dell’Arengo del palazzo dei Consoli aspettando il 15 per la corsa. L’ultimo tassello della festa di quest’anno è stato messo con l’ufficializzazione dei santantoniari che Davide Bianchi sarà il Capodieci del Cero Piccolo il prossimo 2 giugno. Avrà al suo fianco Francesco Sollevanti come Capocetta ed entrambi sono espressione della «manicchia esterna» (zona) di Mengara. Bianchi completa il trittico con Enrico Provvedi, Capodieci del Cero di Sant’Antonio il 15 maggio (Capocetta Roberto Bianconi) e Pietro Sannipoli «Moscone» Capodieci del Cero Mezzano il 19 maggio (Capocetta Matteo Monacelli).

I PROTAGONISTI

Tutti i protagonisti dei Ceri 2024 ora sono decisi: Francesco Morelli «Brozzi», Riccardo Ciacci e Giampiero Fiorucci di Sant’Ubaldo, Simone Martini, Daniele Giombini e Andrea Orsini per San Giorgio. La zona di Madonna del Ponte fa la parte del leone esprimendo il Primo Capitano Luigino Bei, il Secondo Capitano Fabio Mariani e il Capodieci santubaldaro Morelli. I Capodieci del 15 maggio, così come quelli dei Ceri Mezzani e Piccoli, stanno organizzando al meglio la corsa tra passione, preparativi e riunioni conviviali. Ci sono anche iniziative speciali per accendere il clima della festa.

LA MOSTRA

I santantoniari ieri (mercoledì 10 aprile) hanno presentato la mostra «Sventoliamo la nostra storia», che verrà inaugurata nella Taverna di Sant’Antonio martedì prossimo alle 17. Un'esposizione fortemente voluta dalla Famiglia e dal Senato del Cero del santo anacoreta in cui saranno protagonisti i progetti grafico-pittorici dei nuovi dieci vessilli, pronti a sfilare per la prima volta il 15 maggio, realizzati dai giovani. Quelli vecchi, ad opera del compianto Giampietro Rampini, con il coordinamento dell'indimenticato maestro Pierangelo Farneti, dal 1999 hanno accompagnato tutte le sfilate, e ormai usurati dal tempo verranno parzialmente sostituiti.

Al di là del restyling, viene evidenziata attraverso l'esposizione la storia che sta dietro le bandiere, ricostruita con cura tra memorie, foto, testimonianze storiche e documenti.

Tutto il materiale raccolto per la mostra verrà poi consegnato al Centro di documentazione e studio sulla festa dei Ceri, guardando alla massima condivisione come hanno spiegato il presidente della Famiglia dei Santantoniari, Ubaldo Gini, il vicepresidente Raffaele Mengoni e il segretario Fabrizio Cerbella, presenti i componenti del Senato del Cero Luigi Bocci, Alberto Cappannelli e Roberto Fofi, ed Enrico Provvedi Capodieci del prossimo 15 maggio.

«I riferimenti storici relativi al Cero fino agli anni Sessanta-Settanta - ha spiegato il presidente Gini - sono la base dei simboli riportati sui nuovi vessilli. Alessandro Cappannelli ha curato l’organizzazione e il percorso della mostra che si articola in dodici pannelli contenenti ciascuno dodici documenti. Con passione e senso di appartenenza sono state realizzate le parti pittoriche e grafiche dei nuovi vessilli».

Fofi ha spiegato che «da foto e filmati degli anni Ottanta-Novanta si è notato che erano dodici contro le cinque attuali. Essenzialmente abbiamo rispettato le forme e le dimensioni, anche per motivi di praticità, poi si è pensato di ricreare una storia sintetica del nostro sodalizio, partendo dalla medievale corporazione degli asinari e mugnai, passando per i contadini possidenti congregati presenti dalla metà del sedicesimo secolo fino all’attuale Famiglia ceraiola costituita nel 1968 e ai giorni nostri. Ci è sembrato poi giusto e doveroso evidenziare l’organizzazione storica del mandare il Cero, facendo risaltare la divisione storica del territorio comunale in quattro zone».

Mengoni ha espresso l’apprezzamento per «tutti i consiglieri della Famiglia, soci e collaboratori che hanno condiviso e permesso la realizzazione del progetto».

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