LE ORIGINI
A raccontare le origini del rione è, ancora una volta, los torico folginate Ludovico Jacobilli. “Poelle, che in latino si dice Societas Pugillorum. Fu così cognominata perchè ne' tempi antichi era fuori della Città, essendo la Porta di Foligno nell'Arco, e Torre contigua all'Hostaria della Campana, e volendo alcuni Popoli di Todi venir ad habitare in Foligno, per non esservi habitationi a sufficinza, li Folignati li diedero tanti pugilli di terra in questa Contrada, acciò vi fabricassero l'habitationi; come essi fecero, et in tal modo accrebbero la Città per questa parte: non essendovi prima se non alcune Chiese: e da detti pugilli di terra concessi, fu cognominata de' Pugilli; e poi corrottamente si denominò Poelle. Contiene fuochi 170 [...]”. Il pugilli, quindi, era unn Rione molto esteso dal punto di vista territoriale e il più popoloso. “Comprendeva – si legge da wikifoligno - numerosi edifici religiosi tra cui la Chiesa e Monastero di Santa Lucia, la Chiesa e Convento di San Giovanni Battista, la Chiesa dell'Ospedale di Santo Spirito, la Chiesa della Madonna della Negra, la Chiesa e Convento di San Giacomo. L'Arme, ignorata dallo Jacobilli e che non viene disegnata nemmeno dal Morichini, viene raffigurata quindi per la prima volta nella Sala delle Armi come un'Aquila d'oro su sfondo bianco. L'aquila è il simbolo della ghibellina Todi, per cui può essere questa la correlazione con la tradizione del Rione; le ali dell'aquila sono invertite, cioè con le estremità rivolte verso l'alto. I suoi confini dovevano essere rappresentati da Abbadia, Falconi e Feldenghi. Fino al XIX Secolo comprendeva anche la contrada del Ponte di Cesare, divenuta Rione con l'accrescimento del numero delle Contrade a venti. L'Arme attuale è un'Aquila nera in campo bianco”.
IL TERRITORIO
Nella rideterminazione del 1946, il Pugilli ha riassorbito il Ponte di Cesare ed occupato il territorio precedentemente dei Falconi (i quali a loro volta avevano assorbito i Feldenghi); confina con Spada da un lato, Badia e Giotti dall'altro ed ha il fiume Topino alle spalle. Il finto nome del suo cavaliere è il Moro. La storia del rione Pugilli racconta, come per tanti altri rioni negli anni, di momenti fortunati e altri meno. Il debito con la Fortuna verrà saldato con il rientro alle gare di Marcello Formica che instaurò un felice momento di vittorie. In quell'occasione la contrada presentò per la prima volta nel corteo gli sbandieratori. Al magico momento ne seguì uno di abulia, che si risolse con l'arrivo del cavaliere Paolo Margasini e il destriero Ca’ Granda.
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