Delitto di Borgo Bovio, allontanato da Terni uno dei testi

Delitto di Borgo Bovio, allontanato da Terni uno dei testi
di Nicoletta Gigli
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Lunedì 23 Gennaio 2023, 12:25

TERNI I testimoni sfilati di fronte agli investigatori per far luce sull'omicidio di Ridha Jamaaoui non sarebbero stati in grado di raccontare la scena finale. Quella che, dopo la violenta lite del 27 novembre lungo la via principale di Borgo Bovio, si è chiusa con la morte del tunisino di 39 anni, che si è accasciato lungo il vialetto che porta ai palazzi di via Marche. La non univocità delle testimonianze dei presenti, identificati dai carabinieri dopo il fatto di sangue, non ha reso semplice il lavoro degli investigatori coordinati dal pm, Barbara Mazzullo. Mentre le indagini vanno avanti a ritmo serrato spunta una circostanza che aggiunge mistero al giallo di Borgo Bovio. Il giovane ciclista africano che quella sera, prima dell'omicidio, fu investito da un'auto, incidente che avrebbe scatenato la rissa sfociata nell'omicidio di Ridha, qualche settimana fa sarebbe stato prelevato a casa dalle forze dell'ordine e trasferito fuori Terni. Ignote le ragioni del suo allontanamento dall'appartamento dove viveva, nella zona di viale Brin, e dalla città. Una scelta che potrebbe essere legata a misure di prevenzione o di protezione. La certezza è che a due mesi dal delitto in carcere, con l'accusa di omicidio volontario, c'è Samuel Obagbolo, 26 anni, nigeriano, che dal penitenziario di Spoleto è stato trasferito a Terni e poi a Perugia. All'ipotesi di un corpo a corpo tra Ridha e Samuel non hanno mai creduto gli investigatori e neppure il cognato della vittima: «Per ucciderlo di botte servivano almeno tre persone. Mio cognato era una persona forte fisicamente, sollevava 500 chili con una mano. Non può averlo ammazzato una sola persona» ha ripetuto al Messaggero. La difesa di Samuel, l'unico indagato per l'omicidio, cerca ancora possibili testimoni chiave: «Ad oggi purtroppo non ne abbiamo trovati - conferma Francesco Montalbano Caracci. Continuiamo a sostenere che la questione non è come è stata presentata all'inizio, tanto che avevamo lanciato un appello, che rinnoviamo perché non temiamo la verità, affinché chiunque avesse visto si facesse avanti. Auspichiamo che la procura continui, con la solerzia e l'efficacia dimostrata, a indagare sul delitto e che non cada il silenzio. E' interesse di tutti che non si abbassi la guardia su un episodio - dice il legale - che rischia di diventare l'ennesimo fatto di cronaca con qualcuno che intanto marcisce in galera». Nei prossimi giorni il deposito in procura della perizia del medico legale, Luca Tomassini, che indicherà con certezza le cause della morte di Ridha. «Attendiamo il deposito della relazione finale per vedere il quadro completo della situazione - dice l'avvocato Maurizio Filiacci, legale della famiglia della vittima. La prima relazione a seguito dell'ispezione cadaverica che ha preceduto l'autopsia però afferma che la morte di Ridha è dovuta ai pugni e non all'impatto col suolo».
Nicoletta Gigli
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