Terni, Ridha ucciso di botte a Borgo Bovio: Samuel a processo per omicidio preterintenzionale

Il nigeriano in aula l'8 giugno, parti civili la sorella e la figlia della vittima

Terni, Ridha ucciso di botte a Borgo Bovio: Samuel a processo per omicidio preterintenzionale
di Nicoletta Gigli
3 Minuti di Lettura
Sabato 29 Aprile 2023, 07:43

TERNI - Quello di Ridha non fu un omicidio volontario.

A distanza di cinque mesi dal delitto di Borgo Bovio la pm, Barbara Mazzullo, ridimensiona il capo di imputazione per Samuel Obagbolo, 26 anni, nigeriano, in cella a Capanne con l’accusa di aver ucciso Ridha Jamaaoui, 39 anni, tunisino che viveva da anni a Terni.

La Mazzullo ha chiesto e ottenuto per l’unico imputato, accusato di omicidio preterintenzionale, il giudizio immediato. Richiesta accolta dal gip, Chiara Mastracchio, che ha fissato l’udienza per l’8 giugno di fronte alla corte d’assise del tribunale di Terni.

In quella sede Samuel, incensurato, a Terni con moglie e figli e con un permesso di soggiorno per richiedente asilo, potrebbe decidere di raccontare cosa successe la sera del 27 novembre.

Ridha sarebbe intervenuto per mettere la pace tra un italiano e un nigeriano che stavano litigando dopo un banale incidente stradale. Per l’accusa sostenuta dalla procura, il 26enne assistito dall’avvocato, Francesco Montalbano Caracci, avrebbe preso parte alla rissa colpendo la vittima con pugni e calci. Il corpo senza vita di Ridha verrà trovato lungo il vialetto che conduce ai palazzi di via Marche.

Poche ore dopo gli investigatori dell’arma mettono le manette a Samuel, precisando che il delitto sarebbe stato opera di più mani.

Tra i tanti testimoni sentiti in questi mesi nessuno avrebbe riferito con certezza chi abbia fatto cosa tra quelle persone che si inseguivano urlando a squarciagola.

Le indagini non hanno consentito di mettere insieme elementi per inchiodare altre persone oltre a Samuel, che è in cella da quasi cinque mesi e che non ha mai raccontato la sua versione dei fatti.

L’avvocato Montalbano Caracci continua con la sua linea. «Affronteremo il processo ordinario senza chiedere riti alternativi per far luce su cosa sia davvero accaduto nella fase che ha preceduto la colluttazione - dice - perché resta un mistero. Se ci sono testimoni si facciano avanti perché per me la cosa non è chiara».

Persone offese nel procedimento penale che si svolgerà l’8 giugno la sorella di Ridha, difesa dall’avvocato Maurizio Filiacci, e la figlia minore della vittima che si è affidata all’avvocato Paolo Cipiccia.

«Le indagini si sono concluse in tempi rapidi - dice Filiacci - speriamo si arrivi a una pronuncia che accerti le responsabilità e che renda giustizia alla famiglia della vittima».

© RIPRODUZIONE RISERVATA