Da un derby vinto a un derby perso, nel mezzo cinque mesi in cui succede tutto, come cambia il mondo della Ternana

Da un derby vinto a un derby perso, nel mezzo cinque mesi in cui succede tutto, come cambia il mondo della Ternana
di Paolo Grassi
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Lunedì 20 Febbraio 2023, 15:46

Dai sogni di serie A a un possibile annuncio in settimana di una già avvenuta cessione della società a un altro gruppo, magari persino al 100%. Un mondo cambiato, sotto il cielo rossoverde, in 5 mesi esatti. Ternana-Perugia 1-0. E' il 18 settembre. Il pubblico è entusiasta, abbraccia la squadra e l'allenatore Cristiano Lucarelli, acclama il presidente Stefano Bandecchi che risponde con la mano sul cuore. Perugia-Ternana 3-0. E' sempre il 18, ma di febbraio, la squadra di Aurelio Andreazzoli esce bastonata dal Curi. Il pubblico ternano è deluso e spaccato proprio intorno a Bandecchi. Lui fa un video e dice che dopo aver perso un derby, in settimana è possibile che perderà pure la Ternana. Con la solita risata, ma stavolta, forse, non scherza. Ecco come cambiano le cose da un derby all'altro. A settembre la Ternana aveva cominciato quello che nelle intenzioni del suo presidente sarebbe dovuto essere il campionato per puntare anche alla serie A diretta. Il derby con il Perugia, arrivato dopo un bel successo a Parma, è il secondo di 5 vittorie consecutive che catapultano la squadra persino fino al primo posto in classifica. Ma proprio lì, nel pieno di un momento d'oro, i meccanismi cominciano a incepparsi. Succede qualcosa dentro e fuori dal campo. La squadra comincia a non vincere più. Anche per sfortuna, ma anche perché l'attacco si imbambola. Fuori dal campo, Bandecchi, in attesa anche di risposte dalla Regione per poter realizzare la sua clinica a supporto dell'investimento per il nuovo stadio, diventa segretario politico di Alternativa Popolare e ufficializza la sua candidatura a sindaco della città. E lì, la città, la spacca. Bandecchi è determinato, risoluto, ricco. Se vuole una cosa, sa come ottenerla. Questo spaventa qualche gerarchia consolidata in città che vede in lui un potenziale (e temibile) concorrente. Per non parlare della politica. Inviso da certa sinistra, temuto da certa destra. Il Bandecchi che osa toccare con un dito gli equilibri di una Terni ormai sempre più stagnante, crea un putiferio. Nel mezzo, il ricorso al Tar legato al centro sportivo che è pronto a realizzare a Villa Palma. Si mette pure al muro contro muro con una parte dei tifosi. Se lo contestano, risponde a video con rilanci e qualche parola colorita. Nel frattempo, con la Ternana che non vince più, a fine novembre caccia Lucarelli e ingaggia Andreazzoli. I risultati restano singhiozzanti. A Frosinone, il presidente, colpito da una bottiglietta sotto la curva dei tifosi ternani, inveisce contro gli stessi. Da lì in poi, mentre la Ternana continua a perdere posizioni in calassifica, il rapporto con il tifo si incrina. Un tifo, però, spaccato tra chi va al muro contro muro e chi appoggia ancora il presidente. Poi arriva l'inchiesta nei confronti di Unicusano per presunte evasioni fiscali. E Bandecchi, ormai diviso tra il ruolo di presidente della Ternana e quello di politico, annuncia: «Vendo la Ternana, devo farlo. E' l'unica società del gruppo che non porta entrate, ma resto a un 15-20%». Sul versante pallonaro le cose non migliorano, a gennaio non si prende nessuno sul mercato. Poi il derby perso, cosa mai successa nella gestione Unicusano. E ora Bandecchi "spoilera", intanto via social, la cessione. Bastano 5 mesi, a cambiare un mondo.

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