Corso Tacito, via le panchine dove bivaccavano i clochard. La Caritas:«Ma gli sbandati vanno aiutati»

Incontro con l'assessora ai servizi sociali Viviana Altamura per trovare una soluzione verso chi vive per strada

Corso Tacito, via le panchine dove bivaccavano i clochard. La Caritas:«Ma gli sbandati vanno aiutati»
di Aurora Provantini
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Mercoledì 21 Giugno 2023, 09:51

I fiori sì, le panchine no. Bandecchi spiega come riuscirà a trasformare Terni in una piccola New York. Piena di turisti. Nel videomessaggio diffuso ieri sera presenta un progetto di città che parte dal decoro urbano, dal rinnovo di lampioni, di marciapiedi e aiuole: «Terni non avrà più uno spazio brutto. Terni sarà bella alla vista. Nei borghi riapriranno i negozi. Nelle aree di verde pubblico nasceranno fiori ternani». Un programma di sviluppo economico a tutto tondo che lascia indietro il tema dell'emarginazione sociale, per il momento. Quello, in corso Tacito poi, stona. Aver disposto di rimuovere le panchine nello slargo che sta tra il corso e via Goldoni, ha fatto sobbalzare consiglieri ed ex amministratori. Lì ogni giorno si assisteva a bivacchi. Lì ogni giorno sostavano almeno due auto.

 

«Ma lì, io che ci passo tutti i giorni, posso dire di conoscere tutti quelli che ci stazionano - reagisce Alessandro Gentiletti -

 

persone che a me non hanno mai dato alcun fastidio e che nella mia idea di società sono i benvenuti». «Se ora stanno più sereni quelli che si lamentavano per il degrado che percepivano, allora bene così. Anche perché di panchine ce ne sono altre». Infatti le persone che si si sono viste sottrarre "il loro spazio" lunedì si sono ritrovate martedì ai bordi dell'aiuola realizzata durante l'ultimo intervento di rigenerazione urbana in largo Villa Glori. Il vice sindaco Riccardo Corridore lo aveva messo in conto: «Probabilmente quegli sbandati si sposteranno ma noi faremo togliere anche le altre panchine». Durissima la replica di Luca Simonetti, ex consigliere dei 5 Stelle: «Togliere le panchine per combattere dipendenze e degrado è l'idiozia del secolo. Già oggi è possibile vedere come i frequentatori abituali di quella zona si sono spostati continuando a vivere il proprio disagio nell'incuranza generale». Non l'avrebbe fatto, padre Stefano Tondelli, direttore della Caritas: «Avrei agito in maniera opposta». Padre Tondelli chiarisce di non essere un amministratore. Che qualcosa andava comunque fatto. «Personalmente avrei messo in campo gli educatori di comunità come è stato fatto a Villaggio Italia alcuni mesi fa in collaborazione con il Comune di Terni». Tondelli fa riferimento al percorso fatto con le associazioni del terzo settore per sensibilizzare la comunità sulle fragilità sociali. «Ci sono tanti tipi di fragilità spiega Tondelli c'è quella di tipo economica, c'è quella legata all'ambiente in cui si vive o ai problemi famigliari, e c'è quella terribile legata alle dipendenze. In più in questi anni c'è tanto disagio legato alla solitudine. Ecco, quando si è soli è tutto più difficile. Molti ragazzi si sentono soli. Molti giovani si trovano oggigiorno a convivere con gli attacchi di panico. Perciò dico che occorre mettere in campo la figura dell'educatore di comunità. Parlo spesso di comunità perché è la comunità che deve saper accogliere la persona vulnerabile. Credo che per agire occorra fare una mappatura del disagio. Domani (oggi, ndr) incontrerò il nuovo assessore al Welfare del Comune di Terni, Viviana Altamura». «Insieme interviene l'assessora - cercheremo di trovare le strategie da intraprendere per sensibilizzare il territorio e attivare le adeguate politiche sociali».

Aurora Provantini
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