Per fare nomi e cognomi di un certo lustro, era di Narni (dove nacque nel 1875 e morì nel 1949) l’ammiraglio Giulio Valli, medaglia d’argento della Grande Guerra, amico di Gabriele d’Annunzio e Italo Balbo: un marinaio che fu, curiosamente ma non troppo, tra i fondatori dell’Aeronautica militare italiana. Per venire ai giorni nostri, l’Ammiraglio Enrico Credendino, che attualmente sovrintende alle attività della nostra Marina nel Mediterraneo, pochi lo sanno ma si è specializzato in Security Advanced Studies presso l’Università di Perugia. Chi ama la storia, sa che una delle figure più celebri di condottiero e capitano di ventura resta in Umbria quella di Astorre II Baglioni (1526-1571), esponente del nobile casato perugino, che combatté per terra e per mare al servizio dei veneziani e cadde nel celebre assedio turco di Famagosta.
Insomma, qualcosa la Marina c’entra con questa terra. E dunque non è stata un’idea eccentrica l’accordo di collaborazione che con essa ha sottoscritto l’Università di Perugia e che è stato sancito nei giorni scorsi dalla visita nel capoluogo del Capo di Stato Maggiore Valter Girardelli, che per l’occasione, dopo aver incontrato il Sindaco di Perugia Andrea Romizi e il Prorettore Fabrizio Figorilli, ha tenuto un’affollatissima prolusione agli studenti del Dipartimento di Scienze Politiche. Ma il piatto forte della giornata è stato il tavolo di lavoro tra i tecnici-ingegneri della Marina e i ricercatori e docenti dei Dipartimenti di ingegneria dell’Ateneo perugino. L’idea (la speranza) è che possano nascerne accordi e progetti nei diversi campi – elettronica, robotica, meccanica, motoristica, informatica e gestione dei Big Data, ingegneria energetica – in cui Perugia ha diverse eccellenze da vantare.
La Marina è la forza armata italiana più internazionalizzata, per antica tradizione. E quella più avanzata sul piano tecnologico. Negli ultimi anni, anche in virtù dei cambiamenti intervenuti sulla scena internazionale, ha acquisito un’assoluta centralità strategica e operativa. Ѐ inoltre il corpo militare che da sempre più interagisce con la componente civile. Tutte buone ragioni per farne un interlocutore istituzionale dialogando col quale c’è molto da imparare e, soprattutto, molto da guadagnare. In termini di scambi di docenze, di tirocini e stage per gli studenti dell’Ateneo, di progetti di ricerca comuni, di scambi d’esperienze, di sbocchi professionali e di carriera di interesse per i laureati in Umbria, ecc.
Ma come se non bastasse tutto questo, c’è l’occhio che come sempre vuole la sua parte. In tempi sciatti e poco eleganti, le divise bianco-blu della Marina sono un belvedere. Vederle muoversi tra il Duomo e la Fontana Maggiore nel centro di Perugia, per le aule e i corridoi dell’Università, lungo i gradoni del Palazzo dei Priori, anche solo per un giorno, è stato comunque un bello spettacolo. Finanche Vittorio Sgarbi – che di Perugia ha ormai fatto la sua seconda casa – quando le ha viste le ha trovate irresistibili.
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