PERUGIA - Un'altra gara al massimo ribasso per la gestione dei servizi sociosanitari. E anche stavolta si tratta di una "gara ponte" della durata di soli 6 mesi. Sindacati e centrali cooperative puntano il dito contro la decisione della Usl Umbria 2 che il 30 giugno scorso ha pubblicato il bando per la gestione di tutti i servizi sociosanitari sino ad ora gestiti dalla cooperazione sociale in tutta la provincia di Terni e nei territori di Spoleto, Foligno e della Valnerina.
Già nell’estate 2021 la Usl Umbria 2 aveva bandito una “gara ponte” di soli 6 mesi. Oggi, dopo 2 anni, la stessa decisione: un'altra gara di soli 6 mesi che a giudizio di Federsolidarietà Confcooperative, Legacoopsociali, Agci Imprese Sociali, Cisl Fisascat, Fp Cgil e Uil Fp - impoverirà ulteriormente i servizi di welfare della nostra regione e peggiorerà le condizioni di lavoro degli operatori socio sanitari che saranno costretti per i prossimi anni a vivere nell’incertezza. La ridotta durata della nuova gara – affermano le organizzazioni sindacati e centrali cooperative – non ha alcuna giustificazione, in quanto la Usl Umbria 2 ha avuto due anni, durante i quali ha inopinatamente prorogato i servizi, per preparare una gara che avesse una una durata adeguata. La nuova gara, inoltre, è nei fatti al massimo ribasso, poiché premia in modo eccessivo il soggetto che presenta il ribasso più alto, incentivando così i partecipanti a massimizzare il ribasso a danno della qualità dei servizi e, indirettamente, dei lavoratori. Non comprendiamo per quale ragione i servizi socio sanitari siano stati inseriti in un unico lotto nel territorio Umbria Sud mentre nel territorio Umbria Nord sono stati divisi in due lotti.
Infine, le organizzazioni sindacali e cooperative denunciano che «la nuova gara non riconosce alcun valore alla professionalità e all’esperienza del personale che verrà impiegato nei servizi. Cancellando di fatto l’impegno di centinaia di lavoratori che negli ultimi decenni si sono impegnati nello formazione e nell’aggiornamento professionale. Non si stanno acquistando siringhe, ma servizi complessi. È per questo motivo che chiediamo di utilizzare strumenti idonei a garantire la qualità e la continuità del welfare ed i diritti dei lavoratori sociali».