Gamberini (Legacoop): «Il salario minimo non basta. Ora un grande piano per costruire 50mila nuovi alloggi»

Il presidente della lega delle cooperative: "In Italia salari fermi da tre decenni. Alle imprese serve manodopera: il Piano Mattei può essere una risposta"

Simone Gamberini, Legacoop
di Andrea Bulleri
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Giovedì 11 Aprile 2024, 22:17

Un piano per costruire fino a 50mila nuovi alloggi. Un intervento strutturale contro il lavoro povero, per contrastare il quale «non basta il salario minimo». E un impegno per aprire canali di immigrazione legale per rispondere alla sfida demografica, sul modello di quanto si è cominciato a fare col Piano Mattei. Sono alcune delle sfide lanciate al governo da Simone Gamberini, presidente di Legacoop, a un anno dalla sua elezione al vertice dell'organo di più ampia rappresentanza delle cooperative italiane. 

La mancanza di manodopera

«Il settore della cooperazione - ricorda Gamberini - pesa per quasi il 10% del Pil italiano». Eppure molte delle società che fanno capo al mondo cooperativo oggi faticano a trovare manodopera. Quattro su dieci. Con punte del 60% nel settore dell'edilizia. E il problema, spiega Gamberini, riguarda sia i profili per i quali sono richieste competenze elevate che quelli più generici. Ecco perché per il presidente di Legacoop (che si appresta a una serie di appuntamenti programmatici) bisogna agire su due fronti: da un lato, lavorare per mantenere in Italia i "cervelli" che fuggono all'estero. Dall'altro, aprire canali sicuri per i flussi dall'estero. «E in questo senso - osserva - il Piano Mattei può essere una prima risposta». 

Ma i fronti che le coop intendono sottoporre all'attenzione dell'esecutivo sono molti.

Una proposta su cui la discussione con i ministeri competenti è già in corso è quella relativa a un nuovo piano Casa. «Abbiamo lanciato un progetto per costruire cinquemila nuovi alloggi da destinare all'edilizia sociale per rispondere all'emergenza abitativa», spiega Gamberini: «Ma il piano prevede di arrivare a 50mila». Le risorse? Stimate in un miliardo, di cui le coop sono pronte a mettere la metà. 

Il salario minimo

E poi c'è il nodo degli appalti. Dove secondo il presidente di Legacoop bisogna contrastare il fenomeno del massimo ribasso nelle gare pubbliche: «Va assicurata la concreta applicazione di meccanismi di gara che escludano dal ribasso il costo del lavoro», osserva Gamberini. Un tema strettamente collegato a quello del lavoro povero e delle basse retribuzioni. Per combattere le quali il salario minimo di cui molto si discute può essere utile, ma non basta: «Puoi avere il contratto più bello del mondo - nota il numero uno di Legacoop - ma se sei occupato per poche ore al giorno, magari per via di un part-time forzato, sei comunque un lavoratore povero».

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