Concorsopoli, ok alle intercettazioni dello scandalo

Concorsopoli, ok alle intercettazioni dello scandalo
di Egle Priolo
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Mercoledì 23 Febbraio 2022, 07:14

PERUGIA Migliaia di conversazioni. Registrate attraverso i telefoni o con le cimici. Conversazioni che raccontano di concorsi truccati - o comunque aggiustati - in base alle esigenze di quella che la procura ha definito «rete di sistema» che coinvolgeva politica e vertici della sanità. Conversazioni che ieri sono state ammesse nel processo a carico di 33 imputati noto ormai come Concorsopoli, quello che nel 2019 sconvolse l' Umbria, fece cadere la giunta regionale e decapitò i vertici della sanità. E il processo adesso, alla sua prima vera svolta dopo rinvii e ritardi, parte in salita per le difese chiamate a dimostrare l'inconsistenza di accuse che vanno dall'associazione per delinquere – contestata solo ad alcuni imputati - al falso e e all'abuso di ufficio. Tra gli imputati, l'ex presidente della Regione Catiuscia Marini, l'ex sottosegretario agli Interni Gianpiero Bocci, l'ex assessore regionale alla Sanità Luca Barberini, l'ex direttore generale del Santa Maria della misericordia Emilio Duca e l'ex direttore amministrativo Maurizio Valorosi, pronti – assistiti tra gli altri dagli avvocati Nicola Pepe, David Brunelli, Francesco Falcinelli e Francesco Crisi – a dimostrare la correttezza del proprio operato, soprattutto in relazione all'accusa più grave contestata dai sostituti procuratori Mario Formisano e Paolo Abbritti. Che si sono opposti alla valanga di eccezioni avanzate dalle difese e hanno quindi ottenuto dal collegio presieduto da Marco Verola (a latere Francesco Loschi e Sonia Grassi) la trascrizione di tutte quelle intercettazioni definite «illuminanti». Come questa, ascoltata dalla guardia di finanza in uno degli uffici della passata governance dell'Azienda ospedaliera di Perugia: «Però se io lo butto dentro e lo prende un’altra azienda tutto sommato, cioè chi è secondo o terzo può dire di no all’altra azienda però rimane in graduatoria (…) Quindi se noi lo mettiamo come quinto rimane, tanto i primi quattro sono persone capito che eventualmente, i primi due sono quelli che stanno da lui, eventualmente un 3 e un 4 gente di potere».

Resta sempre tutto da provare, ma è chiaro come queste conversazioni abbiano un peso determinante nella ricostruzione accusatoria. Che parla della «manipolazione sistematica» di alcuni concorsi in sanità, «dalla loro indizione, passando per la segnalazione della politica, l'interessamento del direttore generale e a cascata sui presidenti delle commissioni». Con tanto di «sorteggi pilotati» e presunti aggiustamenti delle graduatorie. E ancora, attraverso «alterazioni delle procedure concorsuali» anche molto creative: dai pizzini con le tracce alle mancate comunicazioni delle date d'esame per i candidati più forti, secondo la procura diretta da Raffaele Cantone. Accuse per cui si sono costituite come parte civile - e sono state ammesse in quanto parti offese - la Regione Umbria, l'Azienda ospedaliera di Perugia, la Usl Umbria 1 e Cittadinanzattiva, assistite dagli avvocati Anna Rita Gobbo, Fabio PIli, Francesco Maresca e Sara Pievaioli. Accuse che ora andranno valutate nelle prossime udienze, che prevedono un calendario adesso davvero fitto: ben tre udienze al mese, una scelta decisiva considerando i ritardi di un processo – che si è prima sdoppiato, poi riunificato e ha incrociato le difficoltà dovute alla pandemia fino addirittura a un cambio del collegio dei giudici – che a quasi tre anni dagli arresti di quell'aprile 2019 entra nel vivo solo adesso. Condannando per ora solo il dettato di una ragionevole durata.

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