Terni, allarme droga in città: «Ora in comunità arrivano anche i giovani che si fanno di crack»

Terni, allarme droga in città: «Ora in comunità arrivano anche i giovani che si fanno di crack»
di Nicoletta Gigli
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Venerdì 6 Gennaio 2023, 08:25 - Ultimo aggiornamento: 09:40

TERNI «Arrivano ragazzini di 12 o 13 anni che vivono senza la consapevolezza di quello che assumono. Sostanze con le quali rischiano la vita. A partire dal crack, una delle sostanze più in voga tra gli adolescenti, e dalla ketamina. Un pezzo di crack costa cinque euro, come un pacchetto di sigarette, ed è alla portata di tutti perché si trova su internet». Giampaolo Nicolasi guida la comunità Incontro di Amelia. Conferma un'emergenza che non si arresta e che coinvolge un numero sempre crescente di persone di tute le età. La comunità fondata da don Pierino Gelmini, che ha in residenza 300 persone arrivate da tutta Italia e garantisce l'ascolto di minori e famiglie, opera da tantissimi anni in una provincia che sta pagando un prezzo troppo alto in termini di vite umane spezzate dalla droga. Ad inaugurare l'anno il decesso di Gianluca Sfiligoi, il cinquantenne ternano stroncato da un malore a casa di un suo amico, a Narni Scalo. L'ipotesi degli investigatori, che andrà confermata con l'autopsia disposta dal magistrato inquirente, è che ad ucciderlo sia stata un'overdose di eroina. Poco prima di Natale un mix di metadone e alcol aveva interrotto i sogni di Mehdi Tabei, tunisino di 44 anni. Trovato senza vita nell'appartamento di un suo amico, nel cuore del quartiere San Giovanni. Lo stesso quartiere dove a luglio 2020 fu ceduta la dose di metadone che, unita all'alcol, fece scivolare dal sonno alla morte i due quindicenni ternani Flavio e Gianluca. «I più giovani purtroppo non cercano solo sballo ma lo stordimento - dice Nicolasi. Ormai assumono qualunque sostanza gli venga proposta, preferendo il crack e la ketamina proprio per gli effetti che danno». A facilitare il tutto un click sul pc per l'acquisto online e la consegna direttamente a casa garantita dal corriere. Per Nicolasi «le famiglie hanno un ruolo fondamentale. E' necessario che si assumano le proprie responsabilità. I figli vanno seguiti, non si può delegare tutto alle comunità e al servizio pubblico». Tra le persone seguite dalla comunità Incontro, accanto agli adolescenti, ci sono ragazze madri che concepiscono i figli nel momento in cui assumono sostanze e che non riescono a smettere neppure con la maternità e i pazienti cronici. «Ci sono giovani mamme che arrivano e hanno tre figli. A noi piange il cuore nel constatare che dei tre figli non hanno più la genitorialità: alcuni sono stati consegnati alle case famiglia, altri spesso neppure le mamme sanno dove siano finiti». Nicolasi, che guida la Valle della Speranza, racconta con soddisfazione una storia a lieto fine, nata sulla scia dello slogan del Natale «se sembra impossibile allora si può fare». Una ragazza con problemi di tossicodipendenza, alcolismo e disturbi alimentari che andava in comunità a trovare suo fratello, ha deciso di entrare a Molino Silla: «Ha intrapreso un percorso che oggi, a un anno di distanza, l'ha portata a ricoprire un incarico di responsabilità in comunità». La comunità Incontro è in attesa dell'intervento dello Stato sulla riforma 309 del '90, che affronta le questioni della libertà di cura dando più spazio alla prevenzione con un modello unico che parta dalla scuola e abbracci non solo i giovani ma anche i familiari. «Sono fiducioso conclude Nicolasi».
 

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