Ast in vendita, settembre cruciale
Gibellieri: «Periodo difficile ma l'azienda è sana e investe»

Ast in vendita, settembre cruciale Gibellieri: «Periodo difficile ma l'azienda è sana e investe»
di Vanna Ugolini
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Lunedì 31 Agosto 2020, 08:22 - Ultimo aggiornamento: 18:12

TERNI Cosa ci dobbiamo aspettare a settembre, mese cruciale per le acciaierie ternane? Sarà infatti reso noto il bilancio annuale e probabilmente nominato un advisor per mettere in vendita i quattro quinti di quello che è stato l'impero dell'acciaio tedesco firmato ThyssenKrupp.
Enrico Gibellieri, uno dei massimi esperti internazionali di acciaio.
La Thyssen ha annunciato che rimetterà in attività una parte del sito di Duinburg per la produzione di acciaio con l'idrogeno come carburante per gli altoforno entro 2025. Da una parte mettono in vendita Ast e dall'altra fanno investimenti per una produzione meno inquinante?
«Questo fa parte della necessità di fare produzioni meno inquinanti. La Thyssen produce molto acciaio al carbonio, che è molto inquinante e deve rispettare le regole europee. Ma Ast, in questo senso, è più avanti, perchè usa il rottame che inquina molto meno. Basterebbe che comprasse energia da fonti rinnovabili e sarebbe ancora più sostenibile».
Ci sono voci che parlano di manovre per costituire un polo dell'acciaio italiano: le risulta?
«No, non mi risulta. Non so se Federacciai si stia muovendo in questo senso. Mi risulta, invece, che in tutta Europa ci sia la volontà di creare un marchio dell'acciaio prodotto qui, con metodologie meno inquinanti. Una sorta di marchio di qualità da contrapporre alle produzioni di acciaio più scadente e con metodi produttivi molto più inquinanti».
Si è parlato dell'intenzione dello Stato Italiano di entrare in gioco per l'acquisto di Ast. Lei come vede questa possibilità?
«L'intervento delle istituzioni europee e degli Stati membri nella politica industriale del settore siderurgico europeo sarà necessario nei prossimi decenni per fornire le ingenti risorse finanziarie e accompagnare il settore a realizzare gli obiettivi di de-carbonizzazione. Diverso è il caso dell'intervento dello Stato nella stabilizzazione e ritorno alla normalità produttiva sia in Ast ma soprattutto in Ilva e a Piombino. In questi casi ritengo che l'intervento dello Stato debba essere limitato nel tempo: lo stretta necessario per i risolvere i problemi dei vari siti e farli ripartire nel migliore dei modi».
I prossimi saranno mesi chiave per il futuro di Ast. Come vede la situazione delle acciaierie ternane?
«Il momento è difficile ma le acciaierie ternane sono un'azienda sana, produttiva, in cui si lavora bene e che, anche in questo momento difficile sta facendo investimenti. Dunque dobbiamo essere attenti ma non certo pessimisti. Ast è ancora un'azienda piena di risorse».

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