La testimonianza: «Ingressi blindati e regole ferree con gli operatori: così nella casa protetta nessuno si è ammalato»

La testimonianza: «Ingressi blindati e regole ferree con gli operatori: così nella casa protetta nessuno si è ammalato»
di Monica Riccio
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Mercoledì 17 Giugno 2020, 07:34

“Per la nostra famiglia la sigla Rsa più che significare Residenza Sanitaria Assistita è per noi Rifugio Sereno Assicurato”. A parlare è Roberto Baccello, orvietano, impiegato. “Circa tre anni e mezzo fa in ottobre – spiega – mia madre, vedova da poco più di 18 mesi, decise di trascorrere la convalescenza, seguita ad un intervento ortopedico, presso la struttura Casa Natività di Maria di Morrano. A novembre tornò a casa completamente ristabilita, per quanto fosse concesso dal suo quadro clinico. Ma mia madre, in quel mese, si era trovata talmente bene, a proprio agio, tanto da annunciarci che, passate le feste Natalizie, sarebbe tornata presso la struttura fino alla fine della brutta stagione. Il suo intento era quello di trascorrere così gli anni futuri, in una specie di formula "alberghiera", tornando nella casa di Orvieto solo per la bella stagione e uscire così incontrando i propri conoscenti, mentre durante quelli di maltempo, in inverno, sarebbe stata a Morrano. L’idea di trasferirsi presso uno di noi non la convinceva affatto e quella di mettersi una badante in casa, men che meno. Decise così di tornare alla Casa di Morrano ben prima di Natale con mia sorpresa e con il mio disappunto, quello di mia moglie e, in parte, quello di mia sorella che però aveva già intuito quello che a me apparve chiaro solo dopo: nostra madre sarebbe rimasta a Morrano, per sempre. Nel frattempo - racconta Baccello - le condizioni della sua colonna vertebrale hanno evidenziato un progressivo decadimento richiedendo ben presto l'uso della sedia a rotelle e, pertanto, un’assistenza maggiore di prima, assistenza che lì ha ottenuto e ottiene quotidianamente. Pur non essendo mai venuta meno la nostra vicinanza tanto che è sempre stata con noi per qualsiasi occasione speciale, e ogni volta che voleva, lei si sempre trovata bene alla Casa, assistita e coccolata.” Poi è arrivata l'emergenza Covid. “Purtroppo, sono tre lunghi mesi che non la vediamo se non tramite le video chiamate. Niente più visite e niente più pranzi insieme. L’unica cosa che ci ha consentito di non perdere la testa è stata la consapevolezza di quanto amore e cura le vengono riservati dai, pur provati dall’emergenza, operatori della Casa. Dai primi giorni del mese di marzo, prima ancora che il lock-down colpisse tutti noi, la Casa Natività di Maria si è data regole restrittive che hanno consentito di evitare l’ingresso del virus nella struttura. Operatori generosi e coraggiosi si sono imposti regole ferree anche fuori della struttura, nella loro vita privata, per preservare i nostri cari da un contagio che, vista l’età media e le condizioni generali, si sarebbe rivelato fatale per molti. Vogliamo quindi ringraziarli, tutti - conclude Baccello - in special modo la dottoressa responsabile della struttura, Tiziana Riscaldati, che con la sua prudenza e lungimiranza ha consentito agli ospiti e, di conseguenza a noi familiari, di vivere in modo tranquillo un distacco obbligato, duro, ma almeno sereno.” La Casa Natività di Maria è una struttura per anziani e persone in difficoltà operativa dall'ottobre 1999; oggi a Morrano, frazione del comune di Orvieto, accoglie complessivamente 54 persone.

Negli anni, oltre aI normale servizio di assistenza, sono stati attivati i servizi di riabilitazione e di fisioterapia. 

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