Marco Troncone, Adr: «Grazie al super hub Roma riconquista l'America. Leonardo da Vinci modello di sostenibilità e innovazione»

L’amministratore delegato di Adr prevede un anno di svolta per l’aeroporto di Fiumicino: «Il traffico passeggeri avrà un boom superiore alle attese

Marco Troncone, Adr: «Grazie al super hub Roma riconquista l'America. Leonardo da Vinci modello di sostenibilità e innovazione»
di Umberto Mancini
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Mercoledì 19 Aprile 2023, 12:54 - Ultimo aggiornamento: 20 Aprile, 07:40

Sarà l’anno del grande ritorno. Di Roma che, grazie al super hub di Fiumicino, riconquista l’America.

Perché il 2023 sarà segnato proprio da questa svolta, con il traffico passeggeri che avrà un boom per certi versi inatteso, partendo proprio dagli Usa. Marco Troncone, dinamico amministratore delegato di Adr, è pragmaticamente soddisfatto. Del resto dopo l’inaugurazione della nuova area d’imbarco del Terminal 1, primo progetto targato Mundys, la holding della famiglia Benetton che controlla Aeroporti di Roma, le prospettive di sviluppo sono molto positive.

Ingegner Troncone, partendo dalla nuova infrastruttura da poco inaugurata, cosa ci dobbiamo aspettare quest’anno sul fronte del mercato? La crisi legata alla pandemia è definitivamente alle spalle?

«Sì, il Covid è ormai alle spalle e siamo proiettati verso un futuro di forte sviluppo: a supporto di questa traiettoria, con questa inaugurazione è stato raggiunto un ulteriore traguardo nel progetto di espansione e riqualificazione del Terminal 1, che segue l’apertura del Molo A dello scorso anno».

Facciamo il punto sugli investimenti, soprattutto, in relazione alle prospettive.

«Quella della nuova area d’imbarco del Terminal 1 è una tappa importante del programma di investimenti di Aeroporti di Roma da 10 miliardi di euro al 2046 interamente autofinanziati, di cui 2,5 già realizzati secondo i piani originari, che ha portato Fiumicino ai vertici mondiali come qualità del servizio, con le 5 stelle Skytrax, sostenendo la connettività internazionale dell’Italia e alimentando l’indotto economico. È la testimonianza di un’azienda che mantiene le promesse e supera le aspettative.

E ora una nuova spinta arriverà nella stagione estiva».

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Ovvero?

«Il traffico da e per Roma è tornato in pieno, su alcuni mercati chiave superando il 2019. Considerando anche i flussi di transito via Roma, il recupero del pre-Covid raggiunge l’83 per cento ma, anche grazie all’operazione Ita-Lufthansa, matrimonio in via di celebrazione, ci attendiamo una ulteriore spinta. Proprio il colosso tedesco, che è da sempre entusiasta della qualità dello scalo romano, darà un impulso importante. L’integrazione dei due network e la forte complementarietà di Fiumicino nel network Star Alliance consoliderà il posizionamento sui mercati storici come il Nord America e lo eleverà su altri come il Sud America e il Sud Est asiatico».

Ma la crisi Covid è davvero alle spalle?

«Con il pieno recupero del mercato cinese, previsto entro la prossima estate, non avremo più strascichi della crisi sul traffico. Di questo difficile periodo ci teniamo però stretti il grande impulso che abbiamo impresso sulla profonda trasformazione dell’aeroporto. Certo, con il mercato che tira e con i prossimi grandi appuntamenti internazionali dietro l’angolo, primo fra tutti il Giubileo 2025, lo sviluppo della capacità è al centro della nostra agenda».

Scendiamo nei dettagli sul fronte passeggeri. Da dove ve li aspettate?

«Oltre che dagli Usa ci sarà una forte crescita anche dall’Asia. Solo a marzo abbiamo avuto 2,8 milioni di passeggeri, con un load factor dell’80-85%, superiore al periodo pre-Covid. Oggi gli aerei, sono “più pieni”, e questo è un dato da non sottovalutare perché rappresenta un indice di profittabilità importante per le compagnie». 

Ma il caro biglietti non frena la corsa?

«No. C’è tanta voglia di viaggiare e Roma è una meta di grande appeal. Il Nord America è al top, con un incremento dei voli dei vettori americani del 50 per cento rispetto al 2019. È un dato molto rilevante considerando che si tratta di un mercato già maturo. Anche Ita Airways sta andando molto bene. Complessivamente quest’anno, avremo 11 voli giornalieri per New York, quasi fosse una navetta, e 34 voli verso il Nord America. Un record. E ci aspettiamo un forte recupero dall’Asia nei mesi di giugno, luglio e agosto».

Parliamo di innovazione e politiche green. Qual è il primo obiettivo che intendete realizzare?

«Siamo in prima linea sul fronte della decarbonizzazione, del riciclo dei rifiuti e dei bio carburanti. E stiamo facendo crescere il nostro Innovation Hub, l’acceleratore d’impresa inserito nel cuore del Terminal 1, nel quale startup provenienti da tutto il mondo inventano e testano direttamente sul nostro tessuto operativo tecnologie e soluzioni che potranno poi essere applicate da tutto il settore. Proprio in questi giorni stiamo selezionando le nuove startup». 

Possiamo avere qualche anticipazione?

«Ci sono progetti che prevedono dei robot per portare i prodotti a destinazione; robot dedicati alle pulizie del terminal e sedie a guida automatica per aiutare le persone con ridotta mobilità, sedie “intelligenti” che accompagnano al gate i passeggeri, che regalano libertà e indipendenza. Ora sono stati presentati 120 progetti, da startup di tutto il mondo, un grande successo. Tant’è che abbiamo pensato di assumere anche il ruolo di investitori con una società ad hoc, Adr Ventures». 

In pratica che cosa farà?

«È un motore di sviluppo di imprenditoria giovanile per assicurare supporto finanziario alle startup più virtuose e con maggiore prospettiva e, in tal modo, da un lato accelerando il loro processo di crescita e di commercializzazione soluzioni più innovative, dall’altro fidelizzandole intensificando le sinergie operative con il nostro aeroporto. È un progetto strategico, che ha anche ricevuto il convinto sostegno del Presidente di Edizione Alessandro Benetton, che ha da sempre grande visione sui temi di innovazione».

L’obiettivo finale?

«Nel 2024 completeremo la riqualifica di tutta l’area d’imbarco A del Terminal 1. Poi ci sarà il piano di sviluppo per permettere al Leonardo Da Vinci di poter gestire in maniera ottimale i flussi di traffico che nel 2045-46 arriveranno a 90 milioni di passeggeri. Stiamo lavorando per rendere questo scalo davvero a prova di futuro e all’altezza di un Paese che può guardare avanti con ambizione».

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