Satelliti, il sistema Galileo chiede aiuto a Elon Musk

È il più preciso al mondo ma ora per nuovi lanci in orbita si deve affidare ai Falcon 9 di Space X

Satelliti, il sistema Galileo chiede aiuto a Elon Musk
di Pietro Romano
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Mercoledì 17 Aprile 2024, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 07:44

Era nato per contribuire alla costruzione di un’autonomia strategica dell’Europa. Ed era sulla strada buona.

Ma per la prima volta nella sua storia il sistema di posizionamento e navigazione satellitare civile Galileo è costretto a “emigrare” all’estero. Rischiando una battuta d’arresto lungo la propria marcia di affrancamento.

Pensato come alternativa prima di tutto al Gps statunitense e alla sua natura – il Global Positioning System è controllato dal Dipartimento della Difesa di Washington mentre Galileo ha programmaticamente ed esclusivamente essenza civile –, Galileo a Bruxelles è stato frenato a lungo dai membri più vicini agli Usa mentre altri partner, in particolare Italia e Francia, premevano per il suo sviluppo.

Il lancio

Dopo anni di discussioni il consenso è diventato unanime e nel 2003 Galileo è stato lanciato come progetto al 50% dell’Ue e al 50% dell’Agenzia spaziale europea. L’autonomia strategica del sistema di geolocalizzazione dell’Unione è ovviamente marcata anche rispetto ad altri attori, principalmente il russo Glonass e poi il cinese Beidou, il giapponese Qzss, l’indiano NaviC, benché sia il Gps di gran lunga il sistema più avanzato.

L’avvio di Galileo è stato sprint. La sua entrata in servizio, inizialmente prevista per fine 2019, è stata anticipata al 15 dicembre 2016. Grazie al rapido debutto della operatività e alla natura civile, ha attirato immediatamente l’interesse internazionale. A Bruxelles sarebbero arrivate richieste da diversi Paesi dell’Asia, dell’Africa, dell’America centro-meridionale, tra cui Brasile, Giappone, India, intenzionati ad aderire al progetto in una seconda fase o anche solo a sfruttarne i servizi.

L’approccio però è rimasto lettera morta anche perché l’Ue avrebbe preferito evitare conflitti con gli Usa, tanto più perché in Europa si continuano a condividere i dati del Gps.

La vita di Galileo ha avuto anche momenti critici. Francia, Germania e Italia si sono combattute per le commesse industriali non sempre alla luce del sole. Nel 2019 il sistema andò fuori uso e i servizi di geolocalizzazione in Europa furono garantiti per due settimane dagli Usa di Donald Trump e dalla Russia di Vladimir Putin. In cambio, probabilmente, i due Paesi condivisero molte informazioni sensibili di Galileo e dei suoi utilizzatori, incluse quelle che richiedono standard di sicurezza molto alti. La Germania e la Francia cercarono di attribuire la colpa delle disfunzioni all’Italia, che non ne aveva, e poi tutto fu messo sostanzialmente a tacere.

La precisione

In seguito Galileo ha recuperato. Oggi è il sistema satellitare più preciso al mondo anche se gli Usa potrebbero tenere il Gps sotto le proprie capacità per motivi di sicurezza. Di recente Galileo ha superato le prove di affidabilità ritenute necessarie dall’Icao (l’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile) per “guidare” gli aerei civili dal decollo all’atterraggio. La sua precisione e i suoi servizi sono destinati a crescere ulteriormente grazie a una nuova generazione di satelliti. L’inizio dei loro lanci doveva avvenire a fine 2023 ma è stato posticipato perché l’Europa non ha i razzi adatti, a causa dei frequenti ritardi nell’entrata in funzione degli Ariane 6.

Questa crisi aveva fatto mettere in discussione il concetto di “sovranità orbitale” soprattutto a opera della Germania ed è stata superata per ora con l’accordo raggiunto al vertice dell’Agenzia spaziale europea nello scorso novembre. Ma per avere a disposizione gli Ariane 6 ci vuole tempo. E così si è dovuto fare ricorso al razzo “Falcon 9” della statunitense SpaceX, la società aerospaziale di Elon Musk. Un servizio molto più caro e che costringe a ricorrere agli Usa, non si sa a quale eventuale costo politico, e a trasferire i lanci dalla base francese di Kourou a una base americana: Boca Chica in Texas o Vandenberg in California.

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