Social network, con algoritmi e VPN si riescono ad aggirare i nuovi confini digitali

Le guerre e le nuove regole del Digital Markets Act ridefiniscono la globalità delle Big Tech. E mentre in Spagna sospendono Telegram, negli Usa si teme il blocco di TikTok

Social network, con algoritmi e VPN si riescono ad aggirare i nuovi confini digitali
di Andrea Boscaro
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Mercoledì 17 Aprile 2024, 12:49 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 07:47

Non vi preoccupate: se, dopo aver cercato su Google, un hotel o ristorante, provate senza successo a consultarne la localizzazione sulle Mappe, non sono il vostro mouse o, peggio ancora, dal cellulare, il vostro dito a non funzionare: si tratta di un cambiamento che il motore di ricerca ha dovuto introdurre per via del Digital Markets Act, la riforma europea volta a contrastare l'abuso di posizione dominante da parte delle grandi piattaforme digitali. 

Il braccio di ferro, iniziato nei primi mesi del 2024, momento in cui è entrato in vigore questo insieme di norme, è più che teso: sono enormi le sanzioni che rischia Meta per un'indagine, attualmente in corso, sullo scambio di dati fra Facebook, Instagram e WhatsApp. Lo stesso Messenger richiede a chi naviga un'autorizzazione esplicita per continuare a farlo con le credenziali di Facebook.

In parallelo, oggi Apple chiede ai possessori degli iPhone quale debba essere il browser preferito anziché attivare il nativo Safari.

In Europa, qualche settimana fa, un giudice spagnolo ha temporaneamente sospeso Telegram per la tolleranza che questo instant messenger dimostra nei confronti di profili che violano il diritto d'autore e, se quella che si profila in Europa è una Rete in cui più chiare sono le regole e maggiori sono le distanze fra le principali app, tale separazione è di poco conto se si guarda ad Internet con una prospettiva globale: lontani appaiono i tempi in cui Big Tech pareva spadroneggiare al di là dei confini fra Paesi, legislazioni e culture.

Rete privata virtuale

In Russia, dall'avvio del conflitto in Ucraina, i social network di Meta e persino di Linkedin sono fruibili solo con una VPN, in Iran di recente è stato bloccato anche Instagram dopo Facebook, in India le principali app cinesi - da TikTok a WeChat – non sono disponibili e pare sempre più elevato il rischio, se non vengono cedute le attività locali, che TikTok sia irraggiungibile dagli Stati Uniti. Tale eventualità è già stata bollata come contraria alla libera impresa da parte del governo cinese che peraltro è da anni determinato a impedire nel suo Paese l'uso di Meta e di Google.

Già irraggiungibile in Montana, il blocco di TikTok risulterebbe particolarmente significativo negli USA per l'ampiezza del mercato e per il successo crescente che ha dimostrato al punto da influenzare le caratteristiche di tutti gli altri social media. Non meno inquietanti sono le sospensioni temporanee che, nei periodi di competizione elettorale, impediscono agli utenti di usare i social network in Uganda. In molti casi i cittadini dei Paesi coinvolti superano i blocchi utilizzano le VPN che simulano la connessione alla Rete da Paesi diversi dal proprio, e i regimi più determinati a far rispettare le proprie regole, come il Venezuela, hanno stretto le maglie proprio su questo escamotage.

Le ragioni

Le principali ragioni di queste scelte sono da riscontrarsi nella conservazione dei dati dei cittadini locali su server localizzati in luoghi, come gli Stati Uniti e la Cina, a cui possono accedere le autorità e solo accordi specifici - come quello che è stato raggiunto fra Commissione Europea e il governo americano - permettono di superare l’impasse. 
Il mondo, che fino a poco tempo fa appariva tanto più piccolo quanto più a portata di smartphone, pare riprendersi le sue distanze come accade ad esempio per le merci: a farne le spese sono le comunicazioni fra le persone e le opportunità per le imprese che, oggi più di un tempo, debbono maturare competenze ulteriori per fare fronte ai nuovi "confini digitali" tracciati da blocchi, leggi e regole via via più circoscritte e puntuali.

Il rimedio

In un'ideale mappa dei Paesi di Internet, occorre tenere infine conto del comportamento delle stesse piattaforme digitali che, per adeguarsi a sollecitazioni locali, si servono dei propri algoritmi per ridurre la visibilità delle conversazioni relative agli argomenti più delicati: l'Algospeak, la lingua adottata per aggirare gli algoritmi, ha un vocabolario in cui l'Ucraina presenta il simbolo del girasole e "Baraye", un brano della cantante iraniana Shervin Hajipour diventato la colonna sonora delle proteste, è stata la formula di cui si sono servite le attiviste locali per raccontare quanto stava avvenendo.

Se crescenti sono i richiami di alcune istituzioni a rendere trasparenti i fattori degli algoritmi di pubblicazione - la Commissione Europea per via del Digital Services Act ad esempio - l'opacità che viene mantenuta è forse un ulteriore elemento di frammentazione della Rete: occorre dunque esserne consapevoli per realizzare che siamo entrati in un nuovo tempo della storia della Rete.

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