Wu Yibing regala alla Cina il primo torneo ATP. La vittoria e i meriti agli infortuni: «Mi hanno reso una persona migliore»

Ha battuto Isner diventando il primo uomo del suo Paese a vincere nel tennis dei grandi. Tra gli avversari suscita stupore: "Sembra giocare ogni punto allo stesso modo, e sul cemento è difficile trovarlo fuori posizione". Storia di un predestinato che ha già fatto i conti con le difficoltà

Wu Yibing regala alla Cina il primo torneo ATP. La vittoria e i meriti agli infortuni: «Mi hanno reso una persona migliore»
di Vincenzo Martucci
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Martedì 14 Febbraio 2023, 16:08 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 08:58

Wu Yibing da Hangzhou, provincia di Zhjiang, è l'uomo del destino del tennis cinese. E dei record. A Dallas ha conquistato il primo titolo ATP, suo e del suo immenso paese che con le donne ha vinto anche degli Slam, ma con gli uomini proprio non riusciva a sfondare. Il 23enne di 1.83 è anche diventato il più alto in classifica di sempre, volando al numero 58, lasciando ancora il segno come piace a lui. «La cosa più importante è dare più speranza alla prossima generazione. Così avranno obiettivi o standard ancora più alti, non solo diventare Top 100 o vincere un ATP 250».

Predestinato

L'America è nel suo destino. A 16 anni Wu è andato in finale all'Orange Bowl in Florida, a 17 ha vinto gli US Open di singolare e doppio - ovviamente record nazionale - ed è salito al numero 1 del mondo di categoria (come sopra), guadagnandosi una borsa di studio alla Nick Bollettieri Academy. Ma, a 19, nel marzo 2019, s'è bloccato per vari malanni, s'è operato al gomito ed è riapparso solo l'anno scorso: il 25 aprile era soltanto il numero 1738 ATP, il 6 giugno era già salito al 617, l'11 luglio era 329 e il 28 agosto 174. Dopo aver vinto 3 Challenger, agli US Open di settembre è passato dalle qualificazioni al terzo turno del tabellone principale di uno Slam - doppio record -, chiudendo il 2022 da numero 119. E quest'anno, dopo aver perso la finale Challenger a Cleveland, ha cominciato l'ATP di Dallas da 97 del mondo, infilando tutti avversari superiori in classifica, Mmoh (86), Shapovalov (27), Mannarino (63), Fritz (8) - primo successo contro i top 10 - e quindi il famoso bombardiere di 2.08 Isner (39), dopo 3 ore ed altrettanti tie-break, annullando 4 match-point e i 44 ace (record personale) di Long John, primatista storico ATP con 14,177 assi. Lasciandolo a bocca aperta il veterano 37enne: «Sembra giocare ogni punto allo stesso modo, non dà segni di nervosismo, arriva sempre bene sulla palla che gli dai e sul cemento è difficile trovarlo fuori posizione. È un incredibile colpitore e ha un ottimo talento».

Maturità

Wu ha superato i tre connazionali che erano arrivati ai quarti ATP, Pan Bing a Seul 1995, Zhang a Pechino Ze 2012 e Zhang Zhizhen a Shenzen 2017 e Napoli 2022, distanziando anche gli altri due cinesi che l'anno scorso hanno vinto tornei Challenger come lui, il 26enne Zhang (oggi 92 ATP) a Cordenons e Juncheng Shang (18 anni, n. 165) a Lexington. Ma l'emulo di Djokovic, così capace di sfinire l'avversario con l'implacabile difesa e la capacità di chiudere gli spazi, ha qualcosa in più a livello di testa: «Sono grato a tutti gli infortuni e gli stop che ho avuto perché mi hanno dato un'esperienza personale diversa. La cosa più importante che ho imparato è accettare quel che succede, vittorie e sconfitte incluse.

E questo mi fa una persona migliore: sono diventato più maturo e ho un diverso approccio al tennis che mi fa giocare meglio e di divertirmi di più. E se ora sono rilassato in campo è perché mi fido di me stesso: se vuole battermi, l'avversario deve lavorare sodo».

Esperienza

La rieducazione dopo l'operazione al gomito è andata per le lunghe: «I dubbi sono stati tanti, come i momenti difficili». Ma Yibing ha fatto di necessità virtù, sfruttando la lunga, forzata, pausa per fortificarsi nel fisico e nel gioco: «Sapevo che sarei tornato, ci ho messo solo un po' di più di quanto mi aspettassi. Ma ho potuto fare un lavoro in profondità, non ho avuto pressioni dopo quelle suscitate per il successo agli US Open juniores e ho fatto tante esperienze importanti, fino all'ultima dell'anno scorso a New York contro Medvedev. Ho perso in 3 set, avrei potuto fare di più, ma giocare coi più forti è l'ideale per verificare il proprio livello».

Futuro

Dopo la sbornia Dallas, Wu salta Delray Beach e si prepara per l'esordio a Indian Wells: «Sono stanco e raffreddato, se sto bene fisicamente il mio gioco vale i primi 20/30 del mondo. Ma ho ancora molto lavoro da fare per perfezionare la volée, lo slice e i colpi per andare a rete». Si rilasserà col primo amore, il badminton, che ha scartato perché la rete era troppo alta, e il basket NBA del suo idolo Kevin Durant. «E poi videogame e musica occidentale. So cucinare e miglioro guardando i programmi TV tutti i giorni: provare piatti nuovi mi dà una pace interiore, dopo l'allenamento, quando sono stanco. Non è nemmeno questione di gusto - a volte può essere terribile -, è il processo che mi distrae tenendomi occupato». Parola di cinese dei record.

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