«Abbandonare così questo torneo mi lascia sensazioni negative, in carriera ho portato a termine tante partite anche in condizioni difficili proprio perché non volevo mollare. Ma stavolta stavo veramente soffrendo, non capivo cosa stesse succedendo e ho deciso di fermarmi perché non ero sicuro di arrivare fino alla fine», ha detto ancora. Bisogna tornare all'Australian Open del 2010 per ritrovare un match abbandonato da Nadal: da allora, il mancino di Manacor ha disputato 442 partite.
Lo stop dell'ex numero 1 si è trasformato in un regalo imprevisto per Dzumhur, numero 94 del ranking, che in carriera non aveva mai battuto finora un giocatore della top ten. «Era un momento speciale per me, perché stavo giocando contro Nadal. E alla fine ho vinto, anche se non come avrei voluto», ha detto l'outsider.
Tutto liscio, invece, per gli altri big scesi in campo. Andy Murray, numero 2 del tabellone, ha piegato l'uzbeko Denis Istomin per 6-3, 7-5. Avanti anche lo svizzero Stan Wawrinka (numero 4), che ha sconfitto il russo Andrey Kuznetsov per 6-4, 6-3, e il giapponese Kei Nishikori (6), costretto a giocare un tie-break contro il francese Pierre-Huges Herbert, battuto per 6-2, 7-6 (7-4). Nel tabellone femminile, Serena Williams ha sbrigato la pratica con Zarina Diyas con lo score di 7-5, 6-3.
L'americana, numero 1 del mondo, ha avuto anche il tempo di ingaggiare un duello con il giudice di sedia, il francese Kader Nouri: «Se non devi darmi un warning, non parlarmi», ha detto la Williams.
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