Djokovic vuole riprendersi Roma: «Sono riposato e pronto alle sfide più dure»

Djokovic vuole riprendersi Roma: «Sono riposato e pronto alle sfide più dure»
di Paolo Cappelleri
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Sabato 9 Maggio 2015, 16:26 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 12:34

Ha saltato Madrid per ricaricare i muscoli e distendere i nervi, e ora Novak Djokovic è pronto a difendere il titolo e cercare il quarto successo agli Internazionali BNL di Roma per poi dare l'assalto al Roland Garros di Parigi, che ancora manca al suo palmarès. «Avevo bisogno di una decina di giorni di riposo, ho costruito le basi per buone prestazioni a Roma e Parigi – ha spiegato il numero uno al mondo -. A questo livello serve avere gambe e testa fresche per giocare bene e superare le sfide di match lunghi ed estenuanti». Intanto i suoi primi allenamenti al Foro Italico hanno attirato un pubblico degno di partite di discreto livello, entusiasta per i colpi del serbo e divertito da qualche gag del suo allenatore, l'ex campione tedesco Boris Becker. Sono risuonate risate anche in sala stampa quando Djokovic, dopo aver chiesto di posticipare di poco l'incontro con i giornalisti, si è presentato dopo venti minuti correndo ha preso l'uscita fingendo di andarsene: «Arrivederci...». Archiviato il siparietto, il serbo ha raccontato il piacere di «riposarsi passando un po' di tempo in famiglia, con moglie, figlio e fratello. Sono arrivato a Roma qualche giorno prima, senza stress, evitando emozioni che togliessero energie – ha spiegato -. Ho preso una decisione che spero abbia effetti positivi. Nelle ultime due settimane fatto le cose per bene, con il mio staff stiamo prendendo questo torneo in maniera estremamente seria».

Quando è fuori dal circuito, Djokovic tende a non guardare le partite dei rivali, ma ha assicurato di non essere sorpreso dai progressi di Andy Murray, potenziale avversario in semifinale agli Internazionali BNL, e Rafa Nadal, che invece è nella parte bassa del tabellone. «Murray si è sposato un paio di settimane fa e, a giudicare dai risultati, questo ha avuto un impatto positivo – ha sorriso il serbo -. Ovviamente mi aspetto che Rafa giochi bene in ogni torneo che affronta. Non ha iniziato la stagione come sperava o, meglio, come la gente si aspettava: il suo standard è così alto che se non arriva in finale è visto come un insuccesso. Ma a Madrid, nel suo torneo di casa, è in semifinale, sono certo che a Roma farà bene e poi lui parla sempre al Roland Garros, il torneo che ha sempre desiderato di più».

In vista di Parigi, però, per la prima volta Djokovic strappa i favori del pronostico allo spagnolo, che lo ha battuto due volte in finale. «Sento l'aspettativa dei tifosi, tutti si domandano se è l'anno giusto per me: la questione non mi attanaglia, piuttosto mi affascina, mi dà motivazioni. Vivo il momento e questo approccio aiuta», è la tesi del numero uno al mondo, che non nasconde le proprie perplessità sulla scelta di cambiare racchetta a metà stagione, presa qualche settimana fa da Nadal. «È soggettivo, quando a inizio 2009 sono passato da Wilson a Head, ho impiegato un anno e mezzo per trovare la dimensione giusta, è un processo lungo – ha ricordato -.

Anche se la racchetta è praticamente la stessa la tua mente sente delle differenze. È importante essere sicuri che serva cambiare, altrimenti arrivano dubbi che causano sensazioni negative in campo. Per quanto mi riguarda, non ho intenzione di cambiare».