Sinner batte anche Rune, è in semifinale a Montecarlo: «Avrei potuto fare meglio certe cose, ma ora so su cosa lavorare»

Vittoria numero 25 in 26 partite nel 2024 per il 22enne, che ieri ha piegato il danese dopo tre set

Sinner doma anche Rune, è in semifinale a Montecarlo: «Avrei potuto fare meglio certe cose, ma ora so su cosa lavorare»
di Vincenzo Martucci
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Sabato 13 Aprile 2024, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 09:21

Un’altra rivincita, un’altra prova di forza mentale oltre che fisica, un’altra partita vinta - la numero 25 (su 26) di questa stagione trionfale -, un’altra lezione imparata sul campo, un’altra conferma (ufficiale lunedì) da 2 del mondo dietro Djokovic che avanza anche lui a Montecarlo. Nel torneo nobile sulla terra rossa, Jannik Sinner riscatta la beffa di 12 mesi fa contro Holger Rune, col sofferto 6-4 6-7 6-4 in 2 ore e 40 minuti, riporta sul 2-2 la rivalità, e si propone oggi alle semifinali contro Tsitsipas, partendo da 3-5 nei testa a testa, 1-3 su terra, col greco in recupero che però l’azzurro ha superato le ultime due volte, sul veloce. «Sarà molto difficile: sta giocando molto bene sulla terra, qui ha vinto due volte e gli piacciono molto queste condizioni: mi aspetto un match tattico e fisico».

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ALLA ROVESCIA

Per battere Rune, il Profeta dai capelli rossi usa tutta la sua pazienza.

Mostrandosi calmo quando tutto, dentro di sé e fuori, impazzisce, a cominciare dal gioco anomalo del “nuovo Connors”: un caos organizzato, senza certezze, con esplosioni ed invenzioni improvvise alternate ad errori di scelta e di esecuzione di un campione vero, di talento, pur non ancora 21enne. Tutto il contrario dell’ordinata organizzazione dell’allievo di Vagnozzi-Cahill che abbisogna di punti di riferimento e ritmi precisi. Così, Jannik il freddo vince il primo set sfruttando l’eccessiva aggressività di Holger per mascherare la stanchezza delle 4 ore e mezzo di giovedì per domare Nagal e Dimitrov. Così, il nuovo prototipo di atleta italiano tranquillo e pacato non s’impressiona per i due 0-40 (sul 2-2 e 5-5) recuperati da Rune nel secondo set.

GAZZARRA

La seconda chance è drammatica per il 22enne altoatesino nella bolgia più totale nel paradisiaco Country Club. Con quella teppa di danese che orchestra la sceneggiata dopo un doppio richiamo arbitrale: supera spesso i 25 secondi prima di battere e zittisce il pubblico. «Accetto il primo warning, non il secondo: non ho offeso nessuno, voglio il super-visor», piagnucola, pronto però subito dopo a prendersi il 6-5 alla grande. Ma Jannik non si scompone: «Ho cercato di pensare a me stesso. Rune può fare un po’ di caos, non c’è niente di sbagliato, l’ho imparato a mie spese l’anno scorso. Gestire questi momenti fa parte del processo di apprendimento». Mette giù quattro prime, va al tie-break e, sul 6-4, ha due match point. Non li concretizza. Anzi, si ritrova al terzo set contro Rune col sangue agli occhi: aveva salvato 2 match point pure a Dimitrov. Povero Jannik? Macché! Anche se soffre ed è troppo passivo, ritrova la prima di servizio per stoppare le scorribande a rete del vichingo e torna a imporsi da fondo. Finché infila la risposta di rovescio che gli apre il sorriso prima del doppio fallo del 5-3. Preludio del 6-3. «Ci è voluto molto per vincere. Giocarci contro non è mai facile, soprattutto in queste occasioni, sono contento soprattutto del livello».

SODDISFAZIONE

Solo Federer, Nadal e Djokovic erano arrivati in semifinale agli Australian Open e nei primi tre Masters 1000: «È sicuramente una bella cosa, vuol dire che sto giocando a un ottimo livello, non soltanto in un torneo. Però conta abbastanza poco. Contro Rune abbiamo visto che avrei potuto fare meglio certe cose, speriamo di riuscirci nelle prossime settimane, non credo che ci riuscirò in semifinale: non si fanno miracoli da un giorno all’altro. Però so su cosa dobbiamo lavorare per arrivare a Madrid e Roma». Col mirino su Parigi.

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