Sei Nazioni Ritorno a casa Gori: «La mia vita? Lottare per la maglia da titolare»

Edoardo "Ugo" Gori
di Christian Marchetti
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Domenica 5 Febbraio 2017, 03:00
Avete presente “Ogni maledetta domenica”? Quando Al Pacino dice «In questa squadra si combatte per un centimetro. In questa squadra massacriamo di fatica noi stessi e tutti quelli intorno a noi, per un centimetro. Ci difendiamo con le unghie e con i denti per un centimetro. Perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri, il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, la differenza tra vivere e morire». Provate a parlare con Edoardo “Ugo” Gori alla vigilia del suo ritorno in campo da titolare dopo aver vinto la staffetta con Giorgio Bronzini, e vi sembrerà che il 26enne mediano di mischia pratese già con 56 caps abbia rivisto quel film. Perché anche lui vuole combattere ogni maledetto centimetro per quella maglia numero 9.
Perché, secondo te, stavolta il ct Conor O’Shea ha scelto Gori? «Da me vuole aggressività, vuole che rappresenti per i gallesi un pericolo costante». 
Promette bene. Gori come risponderà? 
«Beh, io metterò tutta la mia voglia. Si tratta di un’investitura importante. Non sto giocando molto di questi tempi e voglio dimostrare il mio valore».
Rivalsa. 
«No, più voglia. Dovrò scendere in campo per divertirmi e offrire esperienza».
È così che affronti la staffetta con Bronzini? 
«La viviamo bene entrambi. Trovo che Giorgio sia competente, anche molto simpatico, e ci confrontiamo spesso anche quando siamo impegnati con la nostra Benetton Treviso. Entrambi dobbiamo dimostrare, è lo sport: le scelte non spettano a noi, ma siamo consapevoli di quanto e come occorra lavorare».
Tanta generosità, contro il Galles, potrebbe non bastare. 
«La loro è una buonissima squadra, non troppo diversa dal solito. Velocità, potenza, esperienza».
Il Galles aprirà un Sei Nazioni durissimo: tutti i team sono cresciuti, in più debutterà il sistema di punteggi australe. 
«Duro lo è sempre. Qualcuno è tornato a parlare del nostro eterno confronto con la Scozia, ma anche loro sono cresciuti. Decisivi saranno poi i momenti, gli episodi. A questo livello, del resto, devi essere perfetto».
Per questo O’Shea vi ha chiesto quei famosi 400 minuti di qualità? 
«Ha perfettamente ragione: dobbiamo offrire un gioco di qualità ogni singolo minuto. Sarà difficile perché gli errori, che tu voglia o no, li commetti. A quel punto devi prendere la situazione in mano: bisogna giocare bene, ma reagire altrettanto bene alle avversità che inevitabilmente si presenteranno».
Riecco “Ogni maledetta domenica”. 
«(ride) Sarà una bella partita contro il Galles, siamo tutti molto carichi e scendiamo in campo per divertirci. Occorrono 80 minuti di livello, ma più che al risultato dovremo puntare a creare un percorso. Senza dimenticare, appunto, la voglia di diverdi 
tirsi».
 
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