Lazio, Tare profeta dei sogni tricolori

Tare (foto Rosi)
di Alberto Abbate
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Venerdì 6 Marzo 2020, 07:30
Profeta in patria e riscossa a 5 anni di distanza. A febbraio 2015 tutti a ridergli in faccia, invece Tare s’era sbagliato solo di una virgola. Oggi può rivendicare con orgoglio la sua parola in Albania: «Entro due-tre anni lotteremo per lo scudetto in Serie A», tuonava nel corso della stagione in cui Pioli avrebbe riportato i biancocelesti ai preliminari dell’Europa che conta. Allora si verificò un incidente, che tolse subito in estate la Champions e compromise l’annata. Fu sbagliato non fare mercato, aspettando col Leverkusen la qualificazione (sfumata) definitiva. Ma da quella caduta è nata la banda d’Inzaghi prima in classifica. Nei due anni successivi è stata fatta qualche scelta errata, ma vanno sottolineate le intuizioni di Milinkovic, Luis Alberto e Leiva, che oggi formano il centrocampo più forte d’Italia. Tare ha insistito per valorizzare Luiz Felipe e Strakosha, ha fatto scoprire a Simone il valore di Caicedo e Correa, ha seguito il tecnico su Immobile, Acerbi e Lazzari come ultima richiesta. 

LA STRADA
Insomma, la Lazio è il frutto di una strada a ostacoli in fondo ben percorsa. Il diesse a giugno ha persuaso Lotito a puntare ancora sull’amico Inzaghi in panchina, il mister li sta ripagando con una cavalcata che nasconde persino i limiti e i dubbi (Adekanye, Vavro e Jony) sull’ultima campagna estiva. Ormai pure chi non convince o entra dalla panchina trasforma in oro tutto quel che tocca.

FORZA
In passato alla Lazio s’è pagata la spocchia, ma ora vince (già nei trofei conquistati) la strategia testarda. Persino le sfuriate (apparentemente fuori luogo) di Lotito si sono rivelate efficaci in questa miracolosa corsa. Basti pensare a quella contro Inzaghi alla vigilia dell’Atalanta all’andata: propria quella sfida, per 45’ catastrofica, ha segnato l’incredibile rinascita senza una sconfitta. Comunque andrà alla fine, c’è già la vittoria di una famiglia, che persino nel litigio ha ritrovato dopo 20 anni la rettissima via. Questa non è fortuna, questa stagione è stata costruita. Perché nel calcio regnerà pure l’incertezza, ma aver trattenuto tutti i big (soprattutto Milinkovic in assenza della congrua offerta) è sinonimo di forza e fermezza societaria.

CLAUSOLA
È dolce quella brezza magica in vetta. Lotito ci credeva dal principio, aveva fatto benedire Formello e istituito un premio scudetto per la squadra. Ora è la fame dei ragazzi a fare la differenza. Continua a giocare con un problemino al ginocchio, Leiva, ma lui come Acerbi e Marusic saranno al top il 15 con l’Atalanta. Oggi si risparmieranno l’amichevole con la Primavera, così come Luis Alberto rientrato ieri dalla Spagna. Chissà se in questa settimana il numero 10 metterà la firma sul rinnovo (a 3,5 milioni) sino al 2025 insieme a una mostruosa clausola: 100 milioni perché il 30% (si è scoperto ieri in Inghilterra con l’interesse dell’Everton) andrà al Liverpool nella futura rivendita. Tare invece continua a programmare la prossima annata: a breve nuovo incontro con l’entourage di Kumbulla e per Luiz Felipe (deve prolungare), provetto leader della miglior difesa della Serie A.
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