Lo ha fermato la lesione alla caviglia, ma la sua corsa verso l’affidabilità e la maturità in campo non è in pericolo: Leo
Paredes la prossima settimana si sottoporrà ad una nuova visita di controllo e con il
Viktoria Plzen potrebbe già tornare in campo.
Spalletti lo ha paragonato a
Pizarro questa estate, lui dopo una stagione ad
Empoli è tornato alla Roma pieno di fiducia e pronto a far suo il centrocampo lottando contro colossi come
Strootman,
Nainggolan e
De Rossi: «È grazie a mio padre che mi sono avvicinato al calcio. È stato un professionista fino a 17 anni, giocava al Racing Club. Quando ho debuttato avevo 16 anni: giocare nella Primera Division argentina per me costituì la realizzazione di un sogno. Giocammo in casa, alla Bombonera, contro l’Argentinos Junior rimasi in campo solo 6 minuti. Iniziai ad essere titolare quando segnai una doppietta contro il San Lorenzo e vincemmo 3 a 0», ha detto in un'intervista al sito del Club. Classe ’94, Leo ha avuto il piacere ascoltare i consigli di un campione come
Riquelme: «È stato troppo importante per la mia crescita, fondamentale. Mi riempì di consigli all’epoca e ancora oggi ci sentiamo, quando mi guarda giocare mi scrive. Prima di smettere dichiarò a tutti che sarei stato io il suo erede calcistico. E per me fu un onore immenso. Gli avversari più forti contro cui ho giocato? Messi e Lamela».
ANCORA BARRIERE
Sembra lontano il ritorno dei tifosi della
Roma in Curva Sud, nonostante il match di rugby giocato ieri all’Olimpico le barriere sono rimaste al loro e il sogno di rivedere il settore pieno per la ripresa del campionato è sfumato. Continua, infatti, la protesta dei romanisti pronti a seguire la squadra in trasferta ma non in casa in attesa di riavere una Curva unita. Nella notte è stato esposto uno striscione sull’Olimpica che recita: «
Famiglie allo stadio, ultim’ora: senza curva un bambino non s’innamora!»