L’ASCESA
Difesa ma non solo. Perché non ricorrendo mai agli alibi per una serie d’infortuni che lo ha privato di elementi-cardine quali Zappacosta (6 mesi), Cristante (3 mesi), Pellegrini e Mkhitaryan (2 mesi), Under e Perotti (50 giorni), Paulo ha iniziato a spiegare il suo credo calcistico. Fatto di possesso palla, creando molta densità per vie centrali, sfruttando le fasce e rimanendo quanto più possibile alti. Capitolo a parte merita la gestione dello spogliatoio. Scelte nette, non guardando in faccia nessuno. Per informazioni chiedere a Florenzi, Spinazzola Under e Kalinic. Della serie: se dimostri di meritare in allenamento, giochi. Altrimenti rimani in panchina. Approdato ai sedicesimi di finale di Europa League, Fonseca è quarto in classifica a 7 sette punti dal duo capolista ma con un vantaggio di 6 punti sul Cagliari, 7 sull’Atalanta e 14 sul Napoli (le ultime 2 hanno una gara in meno). La stagione è ancora lunga e qualcosa a gennaio, in ottica corsa Champions, gli servirebbe. In primis un vice Dzeko. Singolare che mentre il portoghese ha bocciato Kalinic, Schick al Lipsia continui a segnare (ieri terzo gol consecutivo). Servirebbe un profilo simile, più adatto al suo gioco. Kean, ad esempio. Se ne riparlerà alla ripresa, fissata per il 30. Intanto arrivano gli auguri via social. Di Paulo («Che modo meraviglioso di chiudere l’anno. Grazie ai tifosi») e di Pallotta: «Orgoglioso dei ragazzi e di Fonseca. Buon Natale e buon anno».
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