La non negatività di Paul Pogba ai test antidoping effettuati dopo Udinese-Juventus lo scorso 20 aprile squarcia le speranze di un ritorno ai suoi livelli passati e rischia di compromettere definitivamente la carriera di un campione ormai 30enne, fiaccato da una lunga serie di infortuni nell’ultimo periodo. Acclarato l’errore piuttosto clamoroso e ingiustificabile a questi livelli, diventa fondamentale accertarne la responsabilità, anche per valutare eventuali conseguenze.
Pogba, cosa rischia la Juventus?
Lo staff medico juventino è certo di aver operato e agito sempre nel rispetto dei regolamenti, la società non corre rischi se non quello di avere il giocatore più pagato della rosa (8 milioni + 2 bonus) fuori dai giochi.
La strategia
Mentre la Juventus (piuttosto irritata dalla situazione) in un comunicato ufficiale si riserva «di valutare i prossimi passaggi procedurali». Secondo l’accordo collettivo siglato FIGC - Lega Serie A - Associazione Italiana Calciatori la positività al doping rientra tra i casi in cui è possibile sospendere la retribuzione di un calciatore, situazione disciplinata dall’articolo 5.5, dunque se fosse confermata la sua positività la società bianconera potrebbe sospendergli lo stipendio (garantendo soltanto il minimo federale pari a 42.477 euro lordi), fino al termine della squalifica. Ma non solo, si valuteranno i margini anche per una risoluzione del contratto, mentre Rafaela Pimenta, agente del Polpo, non ha dubbi: «Attendiamo le controanalisi e fino ad allora non possiamo dire nulla. La cosa certa è che Paul Pogba non ha mai voluto infrangere le regole».