Pelè compie 80 anni. Almeno per le scartoffie dei burocrati, pure se digitalizzate. E’ nato il 23 ottobre 1940, ma l’impiegato scrisse 21, perché era duro d’orecchie o perché gli riusciva meglio scrivere l’1 in bella calligrafia. Non capì neppure il nome: il papà lo voleva chiamare Edison pensando che si fosse accesa una lampadina sul mondo, ma quello borbottò qualcosa e scrisse Edson. Pazienza, lo avrebbe portato per pochi anni. Poi sarebbe diventato Pelè. Pelè compie 80 anni ma non per il popolo del calcio: un supereroe non ha età. Ce l’hanno, forse, Superman o Batman per non dirne che due? «Ringrazio Dio di essere arrivato a questo punto in buona salute e lucido e spero che quando sarà mi accolga come fanno in tutto il mondo» ha detto Pelè. Ha anche aggiunto, un po’ blasfemo ma probabilmente veritiero, «sono più conosciuto di Gesù». Per generazioni Pelè è il calcio.
IL CONFRONTO
Se la batte con Maradona, Napoli permettendo.
GLI INIZI
Del resto anche Pelè cominciò fra i pali, da piccolo: il papà, detto Dondinho, s’allenava allenandolo, anche nel corridoio di casa. “Gol di papà”, “Para Pilè” faceva il piccolo, che voleva dire Bilè come il portiere che giocava di solito con Dondinho: non sapeva dire la “b” il ragazzino. Di lì venne Pelè oppure glielo affibbiò un qualche compagnuccio con intenzioni bulle? Le leggende si rincorrono. Jorge Amado ha scritto una favola su un portiere Bula Bula di cui la palla s’era innamorata e gli finiva sempre fra le braccia, pure quando a scagliarla era Pelè: ma, per l’appunto, è una favola. Bula Bula non esiste. La vita reale ha sempre proposto altro: fosse un colpo di testa o una rovesciata, fosse un dribbling o un passo doppio, tutto il repertorio del carnevale del calcio. “Pelè, Pelè” urlava tutto lo stadio quando con la maglia eterna del suo Santos andò sul dischetto del rigore guardando il portiere Andrada del Vasco da Gama, per tirare quello che sarebbe stato il suo gol numero 1000, cifra alla quale nessuno era mai arrivato prima di lui, novembre 1969. Pelè guardò Andrada che forse abbassò lo sguardo o forse no. Pelè fece gol: lui segnava, nel mondo che pure non era ancora tutto in diretta i ragazzi sognavano.