Nazionale, il Museo del calcio ospite per la prima volta al Coni

Matteo Marani, presidente della Fondazione: «La differenza tra noi italiani e gli altri è che noi viviamo anche di quello che abbiamo alle spalle, e dobbiamo esserne fieri»

Nazionale azzurra, il Museo del calcio ospite per la prima volta al Coni
di Giacomo Rossetti
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Mercoledì 9 Novembre 2022, 13:35

La storia della Nazionale Italiana di calcio... in una visita guidata nel Salone d'onore del Coni. Mai prima d'ora era successo: eppure, nel luogo simbolo dello sport italiano, oggi e il 10 novembre i principali cimeli del Museo del Calcio di Coverciano saranno esposti per chi vorrà ammirarli (l'entrata è gratuita). Nell'affollata cerimonia di inaugurazione, tantissime le personalità del calcio e dello sport presenti: dal presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, fino al presidente della FIGC Gabriele Gravina, dal numero uno del Coni Giovanni Malagò al vertice di Sport e Salute, Vito Cozzoli.

La storia nelle teche

Nelle teche esposte al Salone d'onore c'e di tutto e di più: dalla maglia indossata da Silvio Piola nel 1939, alla polo di Marcello Lippi dei Mondiali 2006 fino alla divisa di Berardi per la finale dell'Europeo 2021 vinto a Wembley. Ci sono le riproduzioni delle Coppe del Mondo vinte, e poi palloni su palloni, da quelli 'preistorici' usati dalla Nazionale negli anni Trenta fino ai loro cugini più recenti. Insomma, «la storia siamo noi», come ci tiene a sottolineare il giornalista e presidente della Fondazione Museo del Calcio Matteo Marani: «112 anni di vita, più di 1000 giocatori passati in Nazionale, quasi 1000 partite, 104 città del mondo (di cui 40 nel Belpaese) in cui l'Italia ha disputato partite. E ancora: 75 governi, più 2 re in precedenza, 10 papi, 12 presidenti della Repubblica. Tutto questo è la storia della Nazionale italiana di calcio». Il Museo non è solo un luogo fisico, ma la custodia della memoria del calcio italiano, è cultura, sapere, conoscenza: «La differenza tra noi italiani e gli altri è che noi viviamo anche di quello che abbiamo alle spalle, e dobbiamo esserne fieri».

Malagò e Gravina

Il padrone di casa, Giovanni Malagò, esprime tutta la sua soddisfazione per l'evento odierno: «Siamo onorati della possibilità di ospitare quanto di meglio il calcio ha saputo fare in così tanti anni. Il presidente del Coni può essere considerato bravo o meno bravo, ma all'estero viene considerato meglio o peggio se il calcio italiano fa risultati. Il Coni deve sempre dire grazie al calcio». Gabriele Gravina, presidente della FIGC, ricorda come il museo rappresenti «uno straordinario binomio di sport e cultura, unito dal colore azzurro, l'elemento identitario che domina le scene nazionali e internazionali». Sulle radici solide del passato calcistico azzurro, la FIGC vuole far crescere «un albero sempre più rigoglioso, l'albero dei valori a cui il nostro mondo si sta sempre più legando», aggiunge Gravina. Il Museo del Calcio ha inoltre presentato il proprio nuovo logo, ideato da Independent Ideas, in cui compare ancora il pallone, simbolo universale del gioco del calcio, e le stelle, chiaro riferimento alla storia gloriosa della Nazionale azzurra.

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