Italia, Mancini orgoglio e contratto: quell'accordo primo obiettivo di Gravina

Italia, Mancini orgoglio e contratto: quell'accordo primo obiettivo di Gravina
di Alessandro Angeloni
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Venerdì 20 Novembre 2020, 00:12 - Ultimo aggiornamento: 09:43

«Ci saranno tre grandi competizioni nel giro di un anno e mezzo. Sarà molto stimolante», questo ha detto Roberto Mancini. Orizzonte lungo: Europeo e Final Four nel 2021, Mondiale in Qatar nell’inverno del 2022. Il Ct ha la copertura contrattuale fino a quella data e nessuno in Figc ha intenzione di farselo scappare, ben diverse le sue intenzioni, o meglio, ad oggi non ci sono certezze (dal suo punto di vista) sul rinnovo. Il contratto è un atto dovuto agli italiani. Ma le parti al momento non sono in simbiosi sul tema. 1) Perché ci sono impegni calcistici serrati. 2) A marzo, il 15, sono previste le elezioni federali, con Gravina che cerca la nuova rielezione (la Federcalcio ribadisce che è intenzione del presidente procedere a breve alla convocazione dell’Assemblea Federale Elettiva per consentire l’avvio dell’iter elettorale per tutte le componenti). E quale migliore strumento di propaganda il rinnovo di Mancini? La sua idea è blindarlo prima delle elezioni. Fondamentale l’aiuto degli sponsor di cui Mancio ne è perfetto testimonial.

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Il problema, come sempre in questi casi, sono i soldi: Roby guadagna poco più di due milioni di euro all’anno, quasi la metà di quanto percepiva Antonio Conte nel suo biennio azzurro. Mancini vorrebbe un contratto più o meno a quel livello, anche se una buona parte di quei soldi, all’attuale allenatore dell’Inter, li versava lo sponsor. La Figc è disposta a fare un sacrificio pur di trattenere Mancio almeno fino all’Europeo (in Germania) del 2024.

Sacrificio economico che non potrà arrivare ai quattro milioni e mezzo percepiti da Conte. Soldi che invece, Mancio potrà percepire da un top club europeo, con cui potersi giocare la Champions, sogno di una carriera.

Gravina in questo momento non si sbilancia, ma sa che il 2021 sarà l’anno della decisione, prima dell’Europeo. «E’ un falso problema. Deciderà lui», ha sentenziato il presidente della Figc. Appunto, deciderà lui. Non ora. Per adesso il ct non può fare altro che godersi il momento magico. «Il contratto non è un problema, è fino al Mondiale». In Qatar, l’Italia lo giocherà con Mancini in panchina. A meno di rotture improvvise, che al momento non sono previste. Di sicuro, Mancio ha il coltello dalla parte del manico. E le offerte non gli mancheranno (molte big d’Europa l’hanno messo in cima alla lista). Ieri il ct ha partecipato a un evento di Social Football Summit sul “Rinascimento Azzurro”. La celebrazione del ct è stata doverosa. E lui: «Quando siamo arrivati la situazione in nazionale non era sicuramente facile, ma ci abbiamo creduto sin da subito. Abbiamo voluto chiamare giocatori giovani e di qualità. Era il momento giusto per cambiare. Il gruppo è solido e compatto, speriamo di proseguire su questa strada. Eravamo pronti per l’Europeo, ci è dispiaciuto non giocarlo a giugno, ma in questi mesi sono venuti fuori altri giovani interessanti, che possono avere un futuro importante in Nazionale».

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