Malagò: «No all'ipocrisia. Chi ha votato Tavecchio lo sapeva. Da Pallotta una lezione di stile»

Malagò: «No all'ipocrisia. Chi ha votato Tavecchio lo sapeva. Da Pallotta una lezione di stile»
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Mercoledì 8 Ottobre 2014, 14:15 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 15:22
«Vogliamo fare gli ipocriti o i falsi? Chi sta nell'ambiente lo sapeva perfettamente che sarebbe successo. C'è un danno di immagine». Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, così sulla sanzione Uefa nei confronti del presidente della Figc, Carlo Tavecchio. Malagò precisa che «l'elezione è stata assolutamente democratica».



«Ho letto varie dichiarazioni ma mi sento di condividere quelle di chi ha detto 'guardate, tutti sapevano tuttò - aggiunge Malagò a margine del convegno 'Investimento nello sport, investimento anticiclicò. Chi sono questi tutti? Quelli che sono andati al voto e che malgrado sapessero che questo sarebbe successo hanno ritenuto che era giusto votare per Tavecchio. La domanda va quindi girata a queste persone». «Evidentemente - prosegue il n.1 Coni - chi lo ha votato non ha ritenuto che questo potesse essere penalizzante per il prosieguo dell'attività del presidente della Figc. E io, come presidente del Coni, può piacere o non piacere, ma ne devo solo prendere atto. Perchè il Coni, lo sottolineo di nuovo, può intervenire solo in casi particolari. Per tutto il resto ne dobbiamo prendere atto. E quindi non bisogna essere falsi». La sentenze dell'Uefa secondo il numero uno dello sport italiano non indebolisce il calcio italiano: «Non penso, penso che ci sia un problema di immagine ma questo era un prezzo che nel mondo del calcio tutti sapevano perfettamente».



«Questa situazione è la conclusione della vicenda della famosa frase. Ora quello che conta è fare bene le cose e soprattutto fare quelle riforme e proseguire in quel percorso annunciato». Malagò quindi spiega: «Noi parliamo del calcio perchè è lo sport più popolare ma impatta su tutte le discipline sportive. Non si può più fare il mestiere del dirigente sportivo come si è fatto per molti anni, magari anche molto bene. Questo te lo impone il contesto storico e l'opinione pubblica».



«Pallotta? Stamattina ho letto le sue dichiarazioni. Applausi sotto tutti i punti di vista, devo dire una lezione di stile. Magari qualcuno si aspettava che reagisse in un certo modo e strumentalizzasse il fatto che uno straniero che ha investito in Italia non fosse d'accordo. Se è un caso che non sia italiano? Non credo...». Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, commenta così le affermazioni del n.1 della Roma che ha invitato tutti i protagonisti a calmarsi dopo le roventi polemiche che hanno succeduto la partita con la Juve.



Polemiche che sono arrivate anche in Parlamento, con due interrogazioni parlamentari e al Parlamento europeo. «È un Paese, siamo noi - spiega il n.1 Coni a margine del convegno 'Investimento nello sport, investimento anticiclicò- È l'Italia, lo sapete. Dico dal primo giorno che siamo un paese dalla scarsissima cultura sportiva. E non essendoci un substrato, fondamenta di cultura sportiva, tutti si sentono legittimati a pensare male, a sospettare, a congiure, a comportamenti scorretti. Questo è il risultato. Probabilmente credo che in un paese molto evoluto come Inghilterra non ci sarebbero state questo tipo di situazioni, forse in Inghilterra sono abituati in modo diverso».
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