Lazio all'esame Milan, la strada dell'alta classifica passa per l'ex Pioli

foto ROSI
di Alberto Abbate
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 23 Dicembre 2020, 07:30 - Ultimo aggiornamento: 11:34

Vola Ciro vola. Pensaci ancora tu a portare la Lazio più in alto in classifica. Domenica col Napoli si è sollevato a due metri e quaranta per trascinare i compagni alla vittoria, a San Siro promette un’altra prodezza. Non esiste più una specialità, ormai Immobile segna in ogni maniera. E’ incredibile la sua crescita tecnica, l’ha dimostrata di settimana in settimana. Ha già timbrato il cartellino 13 volte in questa annata, Champions compresa. A secco solo contro il Verona. Col Milan l’anno scorso fu lui a sfatare un tabù che durava da più di 30 anni al Meazza con la rete iniziale su assist di Lazzari in volata. Non una qualsiasi marcatura, bensì la 100esima con questa maglia. Ma da quel 3 novembre sembra passata già un’eternità. Perché da lì ad ora il bomber partenopeo non ha mostrato segni di sazietà, ha raggiunto quota 138 reti in 193 partite all’inseguimento della leggenda Piola. È il vero trascinatore di questa squadra e un cecchino quasi infallibile sotto porta. Il calvario legato al Covid non ha scalfito la sua vena, Immobile ha il gol nel Dna. Stasera Inzaghi dovrà capire chi affiancargli fra Caicedo e Correa. Il ballottaggio è aperto. Anche se il Tucu fu decisivo quanto Immobile la stagione passata contro il Milan, siglando il 2 a 1 della vittoria.

EMERGENZA
Resta un dubbio di formazione anche in difesa. Acerbi è out (insieme a Fares e Leiva), il sostituto Hoedt non ha convinto del tutto Inzaghi contro il Napoli nel confronto diretto con Petagna. Rebic e Leao fanno paura, così ieri nelle prove della vigilia il tecnico ha spostato Luiz Felipe al centro della difesa, con Patric e Radu ai suoi fianchi davanti a un confermatissimo ex Reina. Simone spera di trovare la continuità: «Vogliamo chiudere al meglio questo 2020 e dare un seguito alla prestazione di domenica.

Andiamo a Milano con tanta voglia nonostante l’infermeria, anche se pure il Milan è in emergenza». Ai rossoneri mancano Kjaer, Kessie e sopratutto Ibra, ma l’ex Pioli si presenta alla sfida da capolista: «Le favorite per lo scudetto sono la Juve e l’Inter che si è rinforzata, noi non guardiamo la classifica. La Lazio è forte, ma a luglio l’abbiamo battuta».

ATTRITI
Si ritrovano per la decima volta il penultimo allenatore che centrò alla Lazio i preliminari di Champions col terzo posto e il successore che ha conquistato la massima competizione europea l’anno scorso. Riecco l’allievo che ha superato il maestro. Riecco Inzaghi contro Pioli. Sei vittorie per il primo, per il secondo due. Un solo pareggio nelle loro sfide. Lazio-Fiorentina, 1 a 1 del novembre 2017, con infinite polemiche per il rigore nel recupero di Caicedo su Pezzella. Da quel momento i due allenatori, che s’erano tanto amati, hanno cominciato ad accusarsi. Non se n’è mai fatto una ragione, Inzaghi: «C’è tanta amarezza perché, questo rigore. Massa e Fabbri me li sognerò per diverso tempo…».  Prima della sfida di ritorno, Pioli rispose: «In Italia certe cose non cambiano mai. Da inizio anno qualcuno si lamenta: non credo sia il modo di comportarsi». Eppure, in quella stagione in cui la Champions venne sottratta anche da fischi sbagliati, altro errore grave proprio a San Siro il 27 gennaio 2018 contro i biancocelesti. Gol di mano di Cutrone sullo spiovente di Calhanoglu non visto da Irrati. Ironia del destino, proprio quest’ultimo stasera sarà al Var con l’arbitro Di Bello (bilancio biancoceleste positivo) – si spera - a cancellare cattivi ricordi. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA